Meglio morire di rimorsi che di rimpianti, è la frase più stupida e anche la verità dei cretini.
Ce ne sono molti e a ogni livello.
Era meglio vivere di che?
Sono le “ragioni dei cretini” la costante di questi ultimi anni, lo vedi nel comportamento dei singoli, per capire che prendono esempio da quelli che guidano gli stati.
Pensa, parlo con una amica, la quale mi racconta di una collega con laurea e mi dice che le ha scritto per il tam-tam a favore dell’Ukraina…
Dice:”Alle 8 stasera, spegni le luci e rimani al buio per qualche minuto, facciamolo per far capire a Putin che siamo disposti a fare a meno del suo petrolio, cosi capisce”…
Crede forse che Putin venda pere o mele o una merce che se non la vende deperisce, marcisce?
Il problema è che ci sono cretini di questo genere. Laureati… incapaci di rappresentarsi persino la più semplice delle relazioni di causa-effetto…
Non capisce!
Il petrolio non sono le pere che marciscono, serve quando fai da mangiare, quando fai la doccia, quando accendi la tv, quando vai in macchina, serve per la corrente elettrica delle industrie, per le luci di casa, per il riscaldamento di casa… Questa demente non capisce?
Chissà cosa consiglia nel suo lavoro…
Eppure, questo cretinismo ordinario è ormai la norma.
Prima di Putin, questi cretini ordinari avevano applicato la loro abilità ordinaria al Covid…
Correvano a farsi inoculare un siero mortale, felici, orgogliosi.
Lo facevano perchè glielo diceva la tv e quel che dice lo specchio magico è vero e santo.
Cosi, il Putin di allora era chi non si vaccinava, chi cercava di spiegare che forse c’era da aspettare, vedere prima i documenti, la sperimentazione…
Cosi, i non vaccinati erano gli untori.
Ma il cretinismo ordinario ha come conseguenza l’essere un cretino, per cui oggi si raccoglie la messe, il tributo:
Che figata…
Che fanno? Agiteranno il vecchio slogan?
Non li abbracciano più? Sono cattivi untori, vanno intubati, li rispediscono in Ukraina?
A ogni livello…
Il governatore della Federal Reserve: NON VOGLIAMO UNA SPIRALE SALARIO-PREZZO.
Già tardi!