I testi, le scritture, contengono una storia che è solo una storia, cioè non c’è nulla di storico in quei testi, eppure un incredibile numero di persone credono che tale storia sia “storia”.
Non esiste alcuna prova dell’esistenza di Mosè e di qualsivoglia patriarca biblico, ma stranamente nessuno se ne cura.
Ogni tanto vengono rilasciati lanci d’agenzia che ci raccontano del ritrovamento di questo o quel reperto che giustificherebbe la storicità della Bibbia.
L’arca di Noè, per esempio….
Semmai ci fosse stata, quella storia non è per niente quella che riguarda il Sapiens, cioè i “fatti” riguarderebbero una civiltà precedente la nostra.
Era una civiltà di giganti.
Le costruzioni ciclopiche sono il lascito di tale civiltà e le dimensioni delle architetture stabiliscono che non possiamo essere stati noi a farle.
Erano a misura di gigante e non a misura d’uomo.
Quale architetto avrebbe pensato in termini di quelle dimensioni se non un gigante?
E’ logica, e la logica pretende come verifica solo sè stessa.
Supponiamo che anche i testi fossero cronaca di quella civiltà, narrassero cioè l’imprinting culturale di quella civiltà, allora le statue che abbiamo ereditato chi davvero mostrano?
Lo stesso si può dire di un testo, quello chiamato “apocalisse di Giovanni”, ammesso ma non concesso che sia mai esistito un “Giovanni”, ammesso ma non concesso che tale testo sia stato letto da una specifica etnia, che sicuramente non ha capito una mazza, perchè dovremmo credere alla versione di Giovanni?
Manco lui aveva capito…
Tutta la faccenda dei 4 cavalli dell’apocalisse, badate bene , non c’è nessun cavaliere…
Insomma, è venuto il momento di sospendere tale apo-calisse, che in realtà è sempre stata un apo-calesse, perchè se ci sono i cavalli al massimo sarà un calesse.
Non sto scherzando, toglierò di mezzo tutta la superstizione relativa a quel testo, poi vediamo…