Caporetto incombe

Explaining The Logic Behind The US’ Reported Draft National Defense Strategy

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I politici si stanno preparando per lo scenario peggiore dal loro punto di vista, l’espulsione degli Stati Uniti dall’emisfero orientale, da qui il loro nuovo obiettivo di raggiungere urgentemente l’autarchia strategica nelle Americhe.

Politico ha citato fonti anonime degli Stati Uniti per riferire all’inizio di settembre che la bozza della Strategia di Difesa Nazionale romperà radicalmente con i suoi predecessori, incluso quello di Trump 1.0 del 2018, dando priorità all’emisfero occidentale rispetto al contenimento di Cina e Russia. Se questo grande perno strategico dovesse entrare nella versione finale, il che è probabile dal momento che solo punti relativamente minori vengono solitamente modificati durante questo processo, allora sarebbe dovuto ai recenti eventi in Eurasia che hanno provocato un cambiamento radicale nei calcoli degli Stati Uniti.

A dire il vero, ci si aspetta che gli Stati Uniti perseguano il contenimento di Cina e Russia, che collettivamente possono essere indicati come l’Intesa Sino-Russa. Sarà fatto più attraverso il proxy, l’AUKUS+ nei confronti della Cina e la NATO nei confronti della Russia, che attraverso misure dirette come prima. La prevista iniezione di influenza occidentale nella regione geostrategica dell’Asia centrale attraverso la Turchia, membro della NATO, attraverso il nuovo corridoio TRIPP completerà le suddette misure per creare problemi a loro a buon mercato.

Il modus operandi in evoluzione degli Stati Uniti è quello di “guidare da dietro” rafforzando i partner regionali attraverso l’aiuto ISR, il supporto logistico e gli accordi sugli armamenti al fine di promuovere interessi geostrategici condivisi senza rischiare un altro imbroglio per se stessi. I processi multipolari preesistenti prima dell’operazione speciale hanno accelerato nei 3,5 anni successivi e di conseguenza hanno raggiunto il punto in cui un ritorno all’unipolarità è impossibile, anche se il multipolarismo complesso deve ancora emergere e potrebbe richiedere ancora decenni per farlo.

Il “doppio contenimento” dell’Intesa sino-russa da parte dell’amministrazione Biden è fallito, mentre la grande strategia eurasiatica di Trump 2.0 di una partnership strategica incentrata sulle risorse con la Russia al fine di privare la Cina delle risorse necessarie per potenziare la sua traiettoria di superpotenza, è fallita, come spiegato qui. Nonostante le grandi speranze che quest’ultimo avrebbe avuto successo, con il senno di poi c’era scritto sul muro che Putin probabilmente non avrebbe accettato importanti concessioni territoriali e/o di sicurezza in Ucraina in cambio di tali legami.

Parallelamente al fallimento di queste politiche, la SCO e i BRICS hanno iniziato a svolgere ruoli più complementari nella trasformazione della governance globale, a partire dall’impressionante diversificazione dei legami economico-finanziari di alcuni membri nei confronti dell’Occidente dall’inizio dell’operazione speciale della Russia. Gli strateghi americani hanno quindi calcolato che il ripristino dell’unipolarità è impossibile e che una multipolarità più complessa potrebbe quindi caratterizzare i prossimi anni, quindi è tempo di dare priorità al piano di riserva definitivo.

Concentrarsi più sull’emisfero occidentale che sul contenimento diretto dell’Intesa sino-russa ha lo scopo di invertire il declino dell’egemonia unipolare degli Stati Uniti nella sua metà del mondo. L’obiettivo è quello di riaffermare il loro tradizionale status egemonico attraverso la strategia della “Fortezza America” al fine di dominare le risorse e la popolazione dell’emisfero occidentale, consentendo così agli Stati Uniti di raggiungere l’autarchia strategica nel caso in cui dovessero essere espulsi dall’emisfero orientale, per quanto improbabile possa sembrare questa possibilità al momento.

La logica dietro la bozza della Strategia di Difesa Nazionale riportata dagli Stati Uniti è quindi che i politici si stanno preparando per lo scenario peggiore dal loro punto di vista, l’espulsione degli Stati Uniti dall’emisfero orientale. Ciò è dovuto al fatto che essi hanno accettato che i progressi multipolari degli ultimi anni sono irreversibili e che il costo del tentativo di rallentare direttamente il loro progresso futuro comporta un rischio troppo alto di guerra mondiale. Si tratta di un approccio pragmatico, ma resta da vedere se riuscirà davvero a disinnescare le tensioni globali.

Di Franco Remondina

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