Dicerie…

La gente di mare ha un qualcosa di comune, i racconti condivisi da generazioni, sono dicerie, sussurri che vengono pronunciati a bassa voce.
Ha pudore, la gente di mare, non osa sporcare quei racconti, per questo tali racconti sono sussurrati, ciò che è del mare, rimane del mare.
Solo chi va per mare può capire, gli altri non possono.
Me l’ha fatto presente una amica, una donna che, non essendo “di mare” nel senso stretto, ha dovuto guadagnarsi il rispetto di questi marinai prima di sentirne alcuni di quei racconti.
Di cosa narrano?
Di suoni sconosciuti, di buchi nel mare e di luci che provengono dal mare, in punti precisi.
Avrete sentito di questi racconti di volta in volta, nell’Adriatico, nel Tirreno, nel Mar Ligure…
Anche nelle isole è cosi, anzi questi fenomeni sono storicamente riportati da più autori, Omero poi parlava delle “sirene” di Ulisse.
Noi tendiamo a considerare queste dicerie, prodotto della superstizione, ma non siamo gente di mare…
Il fatto è che nessuno crede a questi racconti.
Cosi, la cosa più semplice da fare è andare a verificare di persona.
No, se dico di persona vi confondo, diciamo che ci siamo andati in un modo “particolare”.
La mia amica, la chiamerò Gilda, nome fittizio usato apposta per la i e la d…
Dice che c’è un punto preciso dove accadono quelle cose, i pescatori lo hanno “mappato” in un modo strano, hanno incastonato in una casetta, nell’intonaco che ricopre il lato della casetta rivolto verso il mare, una “faccina”, viene chiamata “la sentinella”…
Le dicerie sono davvero dicerie?
Perchè una o più persone dovrebbe perdere il tempo e la fatica di incastonare “la sentinella” nell’intonaco?
Le dicerie dicono che se si capita in quel punto, a volte si sentono suoni cosi “anomali” che sono capaci di cambiarti irrimediabilmente, quando torni a casa non sei più lo stesso di prima.
Mmmh…
Troppe di queste storie, ci deve essere qualcosa, per cui andiamo li a vedere…
Quel che scopriamo è davvero sorprendente, ci sono tunnel sotterranei grandi come i tunnel autostradali.
E ci sono “loro”!
Una razza diversa da noi…
“Madonne dei lumi”, così le definivano nel Medioevo… misteriose luci, intense e brillantissime, che apparivano all’improvviso al di sopra della superficie del mare Adriatico accendendosi, moltiplicandosi, rincorrendosi e scomparendo altrettanto velocemente.
Tratto da il Resto del Carlino:

Cronaca del 12 novembre 1978: “A pesca con gli Ufo”
Pescara, 11 novembre – Nel tratto di costa che se ne va da Pescara a Pesaro ci fu qualcuno che giurò di aver visto gli ufo: globi color rosso chiaro che uscivano dal mare per puntare verso il cielo con una scia gelida. Altri a San Benedetto del Tronto sostennero di essersi trovati in mare in mezzo a colonne di acqua alte anche 10 metri mentre la bussola e il radar sembravano impazziti. Alla Capitaneria di Porto dissero: «Nulla di anormale è stato notato nel tratto di mare che terrorizza i pescatori. D’altra parte segnalazioni diretta del fenomeno non ce ne sono giunte». Però in tanti videro le motovedette militari uscire di notte e perlustrare fino all’alba. Così, alla Capitaneria suddetta, di nuovo risposero: «Si tratta di controlli normali». Il marinaio Carlo Palestrini disse: «Io ho notato una grande macchia bianca, alta 40/50 metri e larga quasi 1 chilometro. Il mare era in bonaccia. Io là non ci torno più”. (Bonaccia: calma di vento e di mare).
Lo strano colloquio
La notte dell’11 novembre alcuni marinai, che tentarono un’uscita in mare per catturare pesce, udirono via radio, sul canale 16 Uhf, una conversazione fra la motovedetta militare Cp 2018 e la Capitaneria di Porto di Pescara: «Qui Cp 2018, ufficiale Bellomo in navigazione a 4 miglia al largo di Pescara. Abbiamo notato una specie di razzo color giallo chiaro che si è alzato dal mare verso il cielo. È salito per 200-300 metri».
Dalla Capitaneria dissero: «Recatevi subito sul posto».
Momenti di silenzio poi di nuovo dalla motovedetta: «Siamo giunti sul posto e non abbiamo notato niente: nessun natante, nessun naufrago. Eppure siamo sicuri di aver visto quel segnale».
Dalla Capitaneria: «Parlate più forte. Vi sentiamo malissimo. Ci sono molti disturbi».
Dalla motovedetta risposero: «Anche noi vi sentiamo male e poi c’è una cosa singolare: il radar non funziona più come prima».

Ora, questa cosa delle dicerie è cosi vecchia che già al tempo dei Romani, grazie a Tito Livio (59 a.C.-17 d.C.) il quale ne parla nella sua monumentale opera, in 142 libri, intitolata “Storia di Roma dalla sua fondazione”. Indagando così nel passato, si apprende che quelle strane luci apparivano praticamente in tutto l’alto Adriatico e si spalmavano dalla Croazia sino alle Marche, andando dalla costa al mare aperto. 

E è qualcosa che avviene continuamente

Fai clic per accedere a Analisi%20luci%20anomale%20Adriatico%202009.pdf

Ma torniamo a noi, volevo far vedere a Gilda che li sotto c’erano tunnel, per esempio nel Tirreno ci sono tunnel lunghissimi, come una metropolitana sottomarina congiungono per esempio Roma con la costa libanese, una sorta di collegamento diretto.
Beh, quel che c’è li sotto supera ogni immaginazione, ci sono questi “grigi”.

La conversazione avviene in un modo particolare, comunque è chiara.
Che fate qui?
Noi siamo qui da sempre…
Chi è il capo?
Adesso non c’è…
Che razza di accordo avete con Roma?
Abbiamo avuto un accordo sulla riduzione del numero di umani…
Chiama il tuo capo, subito…
Beh, dopo qualche secondo arriva…
Ve la faccio breve, una parte di questi tunnel, erano allestiti come rifugi atomici, in cui le famiglie delle elite avrebbero potuto rifugiarvisi in caso di guerra.
Probabilmente pensavano di avere la via di fuga…
Comunque sia, Gilda mi ha detto che dopo questo incontro, molticonoscenti del luogo, che non riuscivano a dormire da tempo, le hanno detto che il suono nella loro testa è scomparso! Hanno dormito benissimo.
Ma sono solo dicerie, anche queste…
Ah, dimenticavo, la “sentinella”



Di Franco Remondina

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