DIVERSAMENTE VECCHI

Tutta la potenza mediatica verso il condizionamento mentale, messa in campo negli ultimi 25 anni ha prodotto: i “giovani vecchi” o se volete i ” diversamente vecchi”…
Cosa significa?
Che la giovinezza è stata deprivata della sua magia.
Sono giovani quelli che anagraficamente dovrebbero esserlo? No, sono anagraficamente giovani ma “magicamente” vecchi!
La magia della gioventù è tutta nella scoperta del proprio divenire, mi spiego: chi è giovane rappresenta in sè stesso molteplici futuri possibili, quel che diventerà è frutto della possibilità di manifestare questo o quel futuro.
Un giovane ha come destino il multi-futuro.
Il problema è che nella globalizzazione, il multi-futuro non è ammesso.
La giovinezza quindi perde quasi del tutto la sua magia. Sopravvive, nella società globalizzata, solo la “magia sessuale della giovinezza”, a questo siamo arrivati. Non esiste immaginazione, sogno, ideale, solo inerzia biologica, retaggio cromosomico dell’uomo che fu…
La musica canta la loro dis-armonia, canta della trappola in cui sono finiti… Il rap non è musica è solo mezzoseghismo intellettivo.
Questi giovani senza immaginazione sono una parodia della giovinezza, sono intellettivamente depressi, anzi, per dirla fino in fondo, involuti nella capacità di analisi logica dei fatti, farraginosi nei ragionamenti e incapaci di ogni felicità.
E’ un quadro sconfortante? 
Per nulla, è una fotografia, non un quadro, e una fotografia non richiede tempo, è istantanea. E’ l’adesso del momento in cui la scatti.
Quando due giovani si incontrano oggi, non c’è la magia del “multi-futuro”, le possibilità sono limitate, la societànon ne permette molte, gli sbocchi sono pochi e peraltro condizionati dalle mode. Nessun giovane immagina più di poter cambiare il mondo.
Non lo immagina perchè non è capace? No, non lo immagina perchè non gli interessa.
La cosa sconcertante è che ogni generazione precedente ha sempre portato nella società quella carica di rabbia positiva che era la rabbia di vivere, una voglia di vivere che vivificava l’intera socialità, ora, non c’è rabbia di vivere, c’è adeguamento, rassegnazione, depressione.
Li vedi camminare nella classica camminata dell’infelice, lo sguardo a terra, posizione ormai abitualmente assunta per effetto dell’abuso tecnologico degli smartphones, ogni volta che incontrano un coetaneo, il loro movimento oculare è sincronico, cioè guardano esattamente come guarda l’altro.
Che accade? che la valutazione di entrambi rispetto all’altro è uguale.
Non colgono diversità “interessanti” e pensano che non c’è nulla di interessante li, da scoprire, è un “già visto”, è una replica, che palle…
Ecco quel che caratterizza questi “diversamente vecchi” è lo stesso modulo di movimento oculare.
Robotici.
Robotici depressi, con perdita costante della magia, quella del vivere.
Non c’è necessità di scoperta dell’altro, pensano: “sarà come me, lo so gia..” del resto, se ha uno smartphone come il mio, se veste come vesto io, se frequenta gli stessi ambienti che frequento io, se mangia come mangio io, se pensa come penso io, allora che cazzo c’è in lui?
Guarda si vede già che perde i capelli, che è sfigato come lo sono io, facciamoci una canna insieme…
Mezzoseghismo involutivo!
“Diversamente vecchi”…
Di Franco Remondina

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