Siamo arrivati al picco dell’ esportazione?
Si, dopo aver esportato dollari, democrazia, valori culturali, mode, stili di vita, guerre, basi militari, vaccinazioni, ricatti, assassinii mirati, ormai è diventato eccessivo per il mondo l’ultimo prodotto esportato, cioè il modello Wokeness…
C’è una questione basilare sottesa a una esportazione, quella rimarcata sempre dalle elite per giustificare tale esportazione: “è nell’interesse della nostra nazione”, il mondo ha deciso che non importerà ciò che “NON E’ nell’interesse delle altre nazioni”.
L’eccesso di esportazione sta costruendo un nuovo assetto del mondo, il rifiuto verso l’egemonia degli Stati Uniti sta assumendo proporzioni mai viste. La politica basata su “è nell’interesse della nostra nazione”, è diventata intollerabile per gran parte del mondo e questa ostilità sta rapidamente creando un mondo multipolare incentrato su Cina, Russia, Iran e paesi arabi, a cui si aggiungeranno a breve, per lo stesso motivo economie emergenti di India e Brasile.
Tuttavia, questa egemonia era una situazione da cui era impossibile liberarsi, non c’era alcuna possibilità di azione, stante l’assoluta dipendenza delle catene di approvvigionamento delle merci dal circuito Swift dei pagamenti interbancari e il monopolio sulla vendita di petrolio.
E’ l’operazione Covid ad aver cambiato tutto!
Improvvisamente la mossa occidentale delle interruzioni delle catene di approvvigionamento causa lockdown ha squarciato ogni dubbio.
A seguito di tali interruzioni è della dichiarazione da parte dell’elite del Nuovo Ordine Mondiale e del “nuovo normale”, alcune falle si sono allargate.
La mossa della NATO di voler utilizzare l’Ukraina come base di missili nucleari a ridosso del confine russo, la conseguente operazione speciale della Russia, le sanzioni , la confisca delle obbligazioni in valuta da parte dell’elite dominante, ha svegliato il mondo intero.
L’intero ventaglio giuridico del “diritto internazionale” era l’equivalente della neve al sole, era solo una farsa, posto di fronte a “è interesse della nostra nazione”, nulla poteva resistere.
C’è stata quindi una constatazione articolata di questo, il mondo intero ha considerato finalmente i fatti:
Se il resto del mondo ha le materie prime e gli Stati Uniti e i loro alleati rimangono con la finanza, il potere di determinazione dei prezzi per cose cruciali come il petrolio e l’oro si sposterà su Russia, Cina, India e Medio Oriente.
Come conseguenza diretta, si avranno accordi monetari in altra valuta che non è il dollaro.
In tal modo la domanda di obbligazioni denominate in dollari calerà in rapporto diretto alla popolazione degli stati che utilizzeranno una moneta diversa. Che accade dopo? La domanda di obbligazioni in dollari come attività di riserva, manderà a casa trilioni di dollari ora fuori dagli Stati Uniti, aumentando i prezzi interni, facendo calare il potere d’acquisto del dollaro.
In poche parole, tutto ciò che “è interesse della nostra nazione”, va rifiutato da tutto il mondo che non è quella nazione!
In questa situazione però, anche chi vive nella nazione egemone, dovrebbe capire che quella frase “è interesse della nostra nazione”, in realtà non riguarda chi vive li, riguarda esclusivamente chi comanda.
Gli americani non comandano!
Lo si è visto nelle elezioni rubate dagli algoritmi di Twitter e delle macchine Dominion per il voto.
Lo si è visto nelle decisioni chiave degli ultimi 50 anni.
Dalla guerra alla Serbia, all’Afghanistan, all’Iraq, al Kuwait, alla Libia, alla Siria e ora alla Russia, si è visto benissimo di quale nazione si fanno gli interessi.
La guerra è contro ogni altro ceppo razziale.
Contro gli arabi, contro gli africani, contro i bianchi, contro i cinesi e gli indiani.
L’ultima esportazione è il modello Wokeness e se “è nell’interesse della nostra nazione”, chiaramente è contro il mondo e contro di te e contro l’intera nazione umana!