Ecco qua!

L’India invierà 20.000 tonnellate di grano in Afghanistan attraverso il porto iraniano

9 marzo 2023

Durante la prima riunione del gruppo di lavoro congiunto India-Asia centrale sull’Afghanistan, l’India ha annunciato che avrebbe inviato 20.000 tonnellate di grano in Afghanistan attraverso il porto iraniano.

Il significato di questa mossa, alla luce della descrizione data nei post “l’origine del male”, pubblicati nei giorni scorsi, fa capire che oltre al petrolio, anche il “controllo del cibo” viene tolto dalle mani US.
E’ la normale conseguenza delle azioni US.
Se la maggioranza degli stati non ha aderito alle sanzioni contro la Russia, significa che queste nazioni hanno visto uno spiraglio di prospettive diverse e come è naturale, lo perseguono.

Martedì l’India e cinque paesi dell’Asia centrale hanno affermato che il suolo dell’Afghanistan non deve essere utilizzato per attività terroristiche e hanno chiesto la formazione di una struttura politica “veramente inclusiva” a Kabul che rispetti i diritti di tutti gli afgani, comprese le donne e le minoranze.

Alla prima riunione del gruppo di lavoro congiunto India-Asia centrale sull’Afghanistan, New Delhi ha anche annunciato una nuova tranche di assistenza di 20.000 tonnellate di grano all’Afghanistan, e le spedizioni saranno inviate attraverso il porto di Chabahar in Iran.
(tratto da greatgameindia.com)

https://www.reuters.com/markets/currencies/indias-oil-deals-with-russia-dent-decades-old-dollar-dominance-2023-03-08/

LONDRA, 8 marzo (Reuters) – Le sanzioni internazionali guidate dagli Stati Uniti contro la Russia hanno iniziato a erodere il predominio pluridecennale del dollaro nel commercio internazionale di petrolio, poiché la maggior parte degli accordi con l’India – il principale sbocco della Russia per il greggio trasportato via mare – sono stati conclusi in altri valute.

La preminenza del dollaro è stata periodicamente messa in discussione e tuttavia è continuata a causa degli enormi vantaggi derivanti dall’utilizzo della valuta più ampiamente accettata per gli affari.

Il commercio di petrolio dell’India, in risposta al tumulto delle sanzioni e alla guerra in Ucraina, fornisce finora la prova più forte di uno spostamento verso altre valute che potrebbe rivelarsi duraturo.

Dopo che una coalizione contraria alla guerra ha imposto alla Russia un tetto massimo per il prezzo del petrolio il 5 dicembre, i clienti indiani hanno pagato la maggior parte del petrolio russo in valute diverse dal dollaro, tra cui il dirham degli Emirati Arabi Uniti e più recentemente il rublo russo, scambi multipli di petrolio e fonti bancarie ha detto.


Per la cronaca la “coalizione contraria alla guerra” significa US-UK-UE, esattamente loro!
Il “price cap” ve lo potete ficcare sapete dove…

Ma la questione è solo allo stato iniziale, adesso viene avanti la questione centrale, quella del bilancio US.
Che cosa può succedere?
Beh, in teoria, nulla! Alan Greenspan storico governatore della FED lo disse: “tecnicamente gli US non possono fallire, a meno di non avere la corrente per far girare la stampante e di avere carta e inchiostro, gli US non possono fallire”.
E’ una verità o è una mezza verità?
Vediamo se riesco a spiegarlo.
Quella affermazione era verità nel 1999, ma è ancora valida oggi?
Ecco, la domanda da porsi è: ciò che era vero nel 1999 è vero anche nel 2023?
No, non è più vero oggi per via dell’ OFFSHORING della produzione americana, cioè il fatto che le società statunitensi se ne siano andate da sole in Cina.
E’ un esodo lacerante a livello di società, una frattura determinata dall’abbraccio mortale con la borsa.
In pratica, Wall Street agiva per “deprezzare le azioni di queste aziende produttive” per poi acquistarle a basso costo e rivenderle poi con una operazione di “apprezzamento forzato” tramite la speculazione.
Wall Street è la causa dell’Offshoring della produzione americana.
Le aziende si trasferivano in Cina per avere un minor costo del lavoro e non dover vendere agli speculatori di Wall Street.
Naturalmente l’ideologizzazione del paradigma che gli economisti neoliberisti americani hanno abbracciato, gli impediva di vedere le conseguenze, hanno spiegato l’offshoring dei posti di lavoro nel settore manifatturiero negli Stati Uniti come il funzionamento del libero scambio da cui l’America trarrebbe beneficio.

Lo racconta anche Paul Craig Roberts

Le tensioni con la Cina sono pericolose anche per il mercato dei buoni del Tesoro e per il valore di cambio del dollaro Usa. Se la Cina dovesse scaricare le proprie riserve di debito USA sul mercato obbligazionario, la Federal Reserve dovrebbe stampare denaro con cui riscattare le obbligazioni in modo che il prezzo non crolli. Ma se poi la Cina scaricasse sul mercato valutario i dollari dei riscatti obbligazionari, la Federal Reserve non può stampare valute estere con cui acquistare i dollari, e il valore di cambio del dollaro scenderebbe, alzando il prezzo delle importazioni rese necessarie dalla delocalizzazione della produzione statunitense e le importazioni di cibo, peggiorando così l’inflazione statunitense e abbassando il tenore di vita degli Stati Uniti. la Federal Reserve dovrebbe stampare denaro con cui riscattare le obbligazioni in modo che il prezzo non crolli. Ma se poi la Cina scaricasse sul mercato valutario i dollari dei riscatti obbligazionari, la Federal Reserve non può stampare valute estere con cui acquistare i dollari, e il valore di cambio del dollaro scenderebbe, alzando il prezzo delle importazioni rese necessarie dalla delocalizzazione della produzione statunitense e le importazioni di cibo, peggiorando così l’inflazione statunitense e abbassando il tenore di vita degli Stati Uniti. 

Forse non è più il 1999 e Greenspan oggi risponderebbe cosi: è vero che non possiamo fallire, possiamo stampare dollari, ma oltre una certa quantità, l’esorbitante privilegio decadrebbe. A elemosina!



Di Franco Remondina

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