I contributi all’editoria

Come sapete, oltre ad aver triplicato, anzi sestuplicato il costo di un ricovero, portando dalle 600 euro al giorno per un malato di tumore a 3700 euro al giorno per un ricoverato covid , anche le tv e i giornali sono stati ampiamente munificati da contributi extra, solo se parlano di covid un tot articoli.
C’è un numero minimo di citazioni covid da superare…
Cosi accade questo:

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Capito?
Notate il titolo?
Sembra che ogni giorno crepino “giovani no-vax”, quando la realtà dei fatti racconta una cosa esattamente opposta.
A seguito della risposta del fratello del morto, che cosa fa Latina Oggi?
Mette forse il titolo:
COVID, MUORE UN ALTRO GIOVANE TRIVACCINATO?
No, fa un trafiletto in ultima pagina…

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La massima buona fede?
Ma di che cazzo parlano?
Eppure, è persino troppo evidente , è super evidente, a tutti…
Ieri è morto uno qui vicino… malore improvviso…
Non è mai successo? Si, forse succedeva anche prima, certo non con la frequenza di adesso.
Ma prima del covid poteva succedere, la morte era “parte” della socialità, si moriva e basta.
Facevi visita e era chiaro che ci fosse la morte. Quel che è cambiato è lo “status” della morte, da fenomeno naturale è diventato un “fenomeno morboso”.
Classificando tutte le morti con covid, si è dato un messaggio insulso: “se elimini il covid, viviamo in eterno”.
Cosi le persone hanno dimenticato la naturalità della morte, in qualche modo hanno creduto che il “vaccino” fosse l’elisir di vita eterna.
E’ agghiacciante invece l’emersione della verità, il vaccino uccide.
E’ come una avventura amorosa quando sei in vacanza…
Finita la vacanza, finita la storia.
Cosi, adesso, contributi o no, emerge la rabbia…
I vaccinati tornano dalle ferie e scoprono che era falso, tutto falso quel che gli hanno raccontato, coi contributi statali all’editoria.
Non sono immortali, anzi il vaccino è causa di morte.
Più di prima, peggio di prima…
Ma con il marchio doc di cojones…

Di Franco Remondina

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