
Chi è causa del suo mal, pianga sè stesso!
E’ un detto proverbiale quanto mai attuale, nel senso che lo si può verificare nei fatti.
I ristoratori sono “i coglioni” del caso, hanno adempiuto a tutte le norme assurde, infami, anticostituzionali che venivano promulgate sulla base di DPCM, in chiara violazione della Costituzione, adesso piangono, come piangevano nel 2020, ma non come piangeranno nel 2023.
I ristoratori del separè di Plexiglass, delle mascherine, del greenpass, adesso anche del Carobolletta, meritano quel che hanno fortissimamente cercato.
Era chiaro già allora che le cose avrebbero preso questa direzione, ma i ristoratori, come gli indigeni amerindi di Colombo, invece di difendere la loro attività, invece di attuare una obiezione di coscienza, si sono messi a cedere oro (l’attività) in cambio di perline di vetro colorate, i ristori…
Volevano ottemperare tutte le norme per ottenere la perlina di vetro del ristoro!
Ristoratori e ristori, sembra una barzelletta!
Infatti sono una barzelletta, sia i primi che i secondi.
Una persona, può “IMPRENDERE” , cioè fare una attività di impresa, grazie e in virtù dei dettami Costituzionali che la tutelano
Articolo 41
L’iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali
Ma i ristoratori, volevano i ristori, cosi facendo hanno dimostrato una unione d’intenti che violava i principi peculiari che erano e sono alla base dell’iniziativa economica privata, cioè l’assunzione personale del rischio.
Volevano fare una sorta di attività arlecchino, dove chiedevano ristori allo stato.
Arlecchino è una maschera, di quelle che funzionano a carnevale, non fa l’imprenditore.
Cosi, visto che hanno accettato il plexiglass, le mascherine, il greenpass, adesso ripetono lo schema: vogliamo i ristori.
Imbecilli!
Avrebbero dovuto lottare, avrebbero dovuto capire dove si sarebbe finiti, perchè quella faccende della “dignità” e della “libertà”, riguardava in primis loro.
Articolo 13
La libertà personale è inviolabile.
Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria [cfr. art. 111 c. 1, 2] e nei soli casi e modi previsti dalla legge [cfr. art. 25 c. 3].
In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge l’autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all’autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto.
E` punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà [cfr. art. 27 c. 3];.
La legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva.
Da ristoratori si sono trasformati in controllori, a gratis, a servi del sistema, collaborazionisti…
Il giochino?
Quale giochino?
Se non ristoro, allora voglio il ristoro!
Capite che è una assurdità?