JOURNALIST ROBOT

 

Di Franco Remondina  (dodicesima.com)

C’è una costante nella comunicazione, cioè l’assenza di interrogativi. Lo si vede nella roboticità dei cosiddetti giornalisti.

Gli specializzati nella robotica giornalistica che eccellono sono, nella carta stampata, Corriere e Repubblica e nei media i conduttori dei talk show.

L’eccellenza roboticizzante la raggiunge LA7, con i vari Formigli, Paragone e la trasmissione Omnibus, poi c’è il robotico Floris che proveniva dalla Rai, dove conduceva Ballarò…

C’è veramente un software mentale che li controlla!

Hanno la verità nel software!

Dopo i fatti di Colonia, dopo gli scandali delle cooperative per l’accoglienza, dopo la rivelazione (tenuta nascosta per anni) che ogni immigrato aveva diritto a quasi 40 euro al giorno, dopo le morti per naufragio, dopo tutte queste cose, i robotici dell’informazione dicono sempre le stesse cose.

C’è l’inutilità degli avvenimenti.

Non importa quel che accade, hanno la verità nel software mentale.

L’immigrazione? È una ricchezza!

È scritto nel software…

Così, sono quindici anni che si leggono sempre gli stessi editoriali, le stesse frasi, le stesse parole… Nei servizi televisivi, sempre le stesse situazioni, con il robotizzato giornalista di turno che indica, qualora vi fosse sfuggito, quello che dovete notare.

Cosi è l’attuale informazione.

Formigli, sempre in camicia bianca, con la premura di dirci quello per cui dobbiamo sdegnarci, quello che è la verità nel suo software mentale.

Non so se ci fa o ci è, quel che è certo è che non lo sa neppure lui.

In queste trasmissioni gli ospiti sono sempre gli stessi, dicono sempre le stesse cose, lo dicono apposta, sapendo che chi ascolta si incazza.

È che loro, non voi, hanno il software della verità.

Naturalmente non fanno parlare chi dice cose differenti… Gli parlano sopra, urlano frasi strumentali, lo interrompono ogni parola.

Quando parlano loro invece, tutti ad ascoltare.

E’ una lobby quella dell’informazione, appartiene ad un gruppo particolare…

Non vai a lavorare in televisione o in quei giornali se non sei “robotizzabile”. Il sistema ha previsto anche la categoria dell’alternativo, il giornalista “contro”, che fa controinformazione. Paragone… la gabbia… Strasic!

Ragazzi che roba, che tristezza.

Quando li sentite o li vedete, non sentite la puzza?

Insomma, esiste ancora il giornalismo?

Qualcuno c’è, ma non in Rai o mediaset, de LA7 ho detto sopra, ci sono nei Blog, il problema è che agiscono frammentandosi in particolarismi.

Finora è stato così, ma un sentiment comune sta pervadendo l’opinione pubblica, il sentiment, la percezione che questo software nella mente dei giornalisti, non abbia la verità nel programma, anzi, hanno esattamente l’opposto.

Di Franco Remondina

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