L’ impossibile Sofia

C’è oggi una “sapienza”?
L’appellativo di “seguace della Sapienza” è lessicalmente riportato come “filosofo”, ma è un appellativo impossibile, non c’è Sofia=Sapienza, neppure un briciolo.
Non esiste e forse non è mai esistito un “filosofo”, la ragione è semplice da capire: come per le lingue è nata prima la lingua della grammatica, anche per la filosofia il “mondo fenomenico” è venuto prima.
Quindi la Sapienza=Sofia è, o meglio, dovrebbe essere una presa d’atto che essa è effetto di qualcosa che è venuto prima.
La filosofia dovrebbe e avrebbe dovuto interrogarsi su una sola cosa: dove sta avvenendo lei stessa?
Chi sta realmente cercando di capire il principio del Principio?
Ogni volta che sento parlare qualcuno con l’appellativo di “filosofo” mi viene l’orticaria.
Del resto, se affermo che non esiste una Sofia=Sapienza, affermo implicitamente che esiste una Sapienza che è stata mancata da tutti, implicitamente affermo anche che la conosco…
In effetti è esattamente cosi, nessuno nella storia dell’uomo è andato cosi vicino alla comprensione del Principio Unico.
Immodesto?
E perchè? Perchè dovrei essere immodesto? A quale scopo, per quale fine?
Lo affermo a ragion veduta, lo affermo perchè, per esistere una menzogna ha bisogno del suo opposto, cosi, un mondo di menzogne può affermare di essere il vero mondo, pur essendo falso.
Solo il falso può affermare di essere il vero, ma lo fa apposta perchè è falso; il vero non può dire che lui è falso. E’ il vero, se dicesse che è lui il falso, violerebbe sè stesso.
Il vero non può dichiararsi falso, perchè è “il vero”!
Il falso può dichirarsi vero, ma apposta perchè è “il falso”!
Userò un linguaggio semplice, cosa sconosciuta ai FiloSapienti, niente paroloni incomprensibili, il mondo è semplice!
Partiamo da una dimostrazione semplice: l’unica e sola attività di una intelligenza è “PENSARE”!
Dovrebbe essere comprensibile e logico, paradossalmente non lo è e non lo è mai stato.
Anche i più intelligenti non sono stati capaci di trarre la conseguenza logica di tale principio, anzi, hanno percorso il sentiero logico deragliando immediatamente.
Prendiamo Deschartes e la sua relazione (apparentemente) logica “cogito ergo sum”, Deschartes era un matematico, eppure trasse una relazione inconcludente e palesemente illogica, dice wikipedia:

“Cartesio vi perviene mosso dalla ricerca di un metodo che dia la possibilità all’uomo di distinguere il vero dal falso, non soltanto per un fine strettamente speculativo, ma anche in vista di un’applicazione pratica nella vita. Per scoprire tale metodo, il filosofo francese adotta un procedimento di critica totale della conoscenza, il cosiddetto dubbio metodico, consistente nel mettere in dubbio ogni affermazione, ritenendola almeno inizialmente falsa, nel tentativo di scoprire dei principi ultimi o delle massime che risultino invece indubitabili e su cui basare poi tutta la conoscenza.”

«Bisognava necessariamente che io, che lo pensavo, fossi qualcosa. E osservando che questa verità, penso dunque sono, era così salda e certa da non poter vacillare sotto l’urto di tutte le più stravaganti supposizioni degli scettici, giudicai di poterla accettare senza scrupolo come il primo principio della filosofia.»

(Discorso sul metodo, Laterza, Roma-Bari, 2004)

Ci furono critiche al suo metodo, critiche da altri filosofi contemporanei e successivi a Deschartes, nessuno che sia giunto alla sola conclusione logica, essa avrebbe dovuto essere: Penso dunque posso pensare di essere!
O se volete: penso dunque posso pensare che sono!
Questa è la logica ineluttabile!
Inoltre non vengono mai neppure prese in considerazione alcune evidenze:
qualunque pensiero, per avvenire, deve avere un luogo, uno spazio dove avvenire.
Fa presto Deschartes o i vari filoSapienti, penso dunque sono, o peggio come disse Giambattista Vico “penso dunque esisto”, criticando Deschartes.
Tutti evitano assolutamente di rivolgere la loro intelligenza all’effetto invece che alla causa, considerando invece l’effetto come causa.
Dei veri fenomeni all’inverso.
Non se ne salva uno!
Non c’è mai stato un vero sapiente?
Se dico di no, sono accusato di immodestia, se dico di si, allora tirerete un sospiro di sollievo?
No, non c’è mai stato un vero sapiente, per questo quelli che capiscono si sentono soli.
Esiste una sola intelligenza, io non esisto, voi non esistete, essi non esistono.
Per il semplice fatto che non avete pensato al pensiero dello spazio dove poter pensare di avvenire!
TroppoSofia?
Già..!
Ma che ve lo dico a fa?

Di Franco Remondina

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