La vecchia, annosa, secolare, millenaria lotta di classe? Ha subito un restyling.
E’ andata al passo coi tempi, svantaggiando come mai nella storia i povery!
Sono i povery a essere impossibilitati al restyling.
Spieghiamolo meglio, in che consiste il restyling?
Sostanzialmente in questo: lo stare al passo coi tempi. In una epoca come quella attuale la “nuova rivoluzione” informatica ha determinato un squilibrio devastante in termini di accesso alla lingua parlata nelle rivendicazioni del proprio stato nella società, cioè se una volta la divisione era tra alfabetizzati e analfabeti, oggi il divario è stabilito diversamente, è stabilito dall’accesso o meno a piattaforme informatiche.
I povery possiedono un computer, i ricchi possiedono i motori di ricerca e Internet.
Quindi i povery non hanno alcun potere.
Sono utenti da sfamare.
Ecco il punto cruciale, i povery non hanno alcun valore sociale in questo contesto.
Non servono a produrre aggiornamenti alla struttura informatica, servono poco o nulla alla produzione delle merci, visto che in occidente si è scelto quaranta anni fa di delocalizzare in Oriente l’aspetto produttivo, non servono a fare la guerra, per come sono le cose, a che servono i povery?
Anche la vecchia borghesia subisce tale diverso approccio.
Il punto è che il potere è diventato un “potere digitale”, le vecchie classi sociali non hanno colto il passaggio avvenuto, sono incapaci di fare la lotta di classe digitale!
Ecco come siamo messi!
Cosi sono i nuovi ricchy, a differenza dei vecchi ricchi a fare la lotta di classe.
La rivoluzione possibile può avvenire solo a patto che i povery digitalmente, i borghesy digitalmente, smettano di rincorrere i “riccy digitali”, sapendo che la digitalizzazione è irraggiungibile per loro.
Non capirlo è la maggior sconfitta intellettiva di ogni tempo.
Cosa dovrebbero rivendicare i povery e i borghesy?
Lo “statuto della digitalizzazione”, l’equivalente dei diritti dei lavoratori.
Insomma, la lotta di classe c’è, è possibile, anzi , indispensabile.