Ci sono due linee delineate, quella del mainstream e quella della informazione indipendente.
La prima è ossessionata dalla seconda.
La seconda è ossessionata dalla prima.
Entrambe sono ossessionate dalla questione dollaro.
Cade a breve? Non cade?
Cosi non si fa altro che generare una sorta di aspettativa che non esiste.
Ho già detto che il dollaro non può crollare, forse è meglio spiegare cosa avviene.
Essendo una “valuta di riserva mondiale”, il dollaro è il convertitore del valore di ogni moneta.
Il valore di tutte le altre monete è stabilito in rapporto al dollaro.
Questo è il problema principale, essendo il dollaro anche una moneta nazionale, la nazione che lo emette (gratis) ha di fatto un privilegio esorbitante.
E’ grazie a questo privilegio esorbitante che gli US hanno pensato di conquistare il mondo intero.
Le 800 basi militari all’estero, le manipolazioni borsistiche, le menzogne all’ONU su Iraq, Libia, Serbia, Siria, Venezuela, Ukraina, Russia, Pakistan, ovunque, hanno mostrato che gli US si ritengono i padroni del mondo.
Hanno approntato il piano di conquista con l’attacco con armi biologiche a Iran e Russia nel 2019 e ventilato la possibilità di usare tale soluzione anche contro la Cina.
Hanno il privilegio esorbitante!
Ma il sistema basato sul dollaro a fini coercitivi per negare ad altri paesi l’indipendenza, ha incontrato e incontra alcune difficoltà insuperabili.
Gli accordi bilaterali tra stati sono proliferati e la risposta US è stata quella di alzare i tassi di interesse sul debito in dollari.
In qualche modo si sono sparati nei coglioni.
Oltre un milione di aziende US hanno le linee di produzione in Cina, I beni che queste aziende producono in Cina e in Asia entrano negli Stati Uniti come importazioni quando vengono commercializzati negli Stati Uniti, costituendo di fatto il deficit commerciale US derivante dalle importazioni.
Questo corrisponde al surplus commerciale degli altri stati.
Se gli stati esteri con un surplus commerciale con gli US usavano questo surplus per comprare titoli di stato US, è chiaro che permettevano in tal modo agli US di avere quel “esorbitante privilegio”.
Con gli accordi bilaterali commerciali in altre valute, la domanda estera di debito statunitense sta diminuendo.
A questo punto gli US sono in una situazione di “eccesso di offerta di dollari” in assenza o diminuzione di domanda.
Questo significa che il valore del dollaro dovrebbe diminuire, ma un calo del valore di cambio del dollaro significa un aumento dei prezzi all’importazione con conseguente peggioramento della bilancia dei pagamenti.
La soluzione che hanno pensato è questa: ordinare alle banche centrali giapponese, europea e britannica di stampare le loro valute e con quelle acquistare dollari, rallentando così il declino del dollaro.
Ma cosi anche quelle valute saranno in una situazione di “eccesso di offerta” rispetto alla domanda, con conseguente perdita di valore!
Siamo arrivati fino a qua!
Intanto le banche continuano a fallire in US

Sono numeri che raccontano cosa avviene: il totale degli asset in bilancio nei 511 fallimenti bancari americani dal 2009 al 2022 è stato di 339 miliardi di dollari, ma l’accelerazione diventa incredibile negli asset in bilancio nei 3 fallimenti bancari statunitensi degli ultimi due mesi: 548 miliardi di dollari.
Non è tutto bellissimo?