Ci sono varie aperture nel gioco degli scacchi, la mossa del gambetto è quella più conosciuta, ma non per questo quella meno efficace.
Applicata continuamente in geopolitica essa inquadra benissimo la strategia che gli US hanno adottato nei confronti del sud del mondo.
Mosse che sembrano indolori che si rivelano devastanti per gli stati, l’esempio dell’India è eclatante.
L’India si illudeva di arrivare ad un accordo commerciale con gli US mantenendo sospesa la decisione di schierarsi da una parte o dall’altra, non ha capito l’India come funziona?
No, non lo ha capito.
Ora, la situazione è semplice, sono sul punto di ritornare colonia.
I dazi, le “tariffe di Trump” hanno portato a una situazione tale che l’India per continuare a esistere deve effettuare la scelta di campo.
https://www.nytimes.com/2025/05/13/world/asia/trump-india-pakistan-ceasefire.html
Mentre Trump esulta per la fine del conflitto, i leader indiani si sentono traditi
Le ripetute descrizioni da parte del presidente Trump degli sforzi di mediazione degli Stati Uniti tra India e Pakistan hanno toccato punti dolenti nella politica indiana.
la scorsa settimana, il presidente Trump ha avuto modo di fare da pacificatore, annunciando un cessate il fuoco dopo il conflitto militare più esteso degli ultimi decenni tra India e Pakistan, due potenze dotate di armi nucleari.
Da allora non ha quasi mai smesso di parlarne. E le sue descrizioni spensierate della mediazione statunitense stanno ripetutamente toccando alcuni dei punti politicamente più sensibili dell’India, mettendo a dura prova i rapporti con un partner in crescita che aveva superato decenni di esitazione nel raggiungere quello che riteneva un rapporto di fiducia con gli Stati Uniti.Martedì, l’India ha contraddetto apertamente un’affermazione fatta da Trump sia quel giorno in Arabia Saudita sia il giorno prima a Washington, commentando gli sforzi diplomatici americani.Il presidente ha affermato di aver offerto di aumentare gli scambi commerciali con India e Pakistan se avessero cessato le ostilità, e di aver minacciato di interromperli in caso contrario. Dopo queste lusinghe e avvertimenti, ha aggiunto, “all’improvviso hanno detto: ‘Penso che fermeremo’” i combattimenti.
Niente di tutto ciò era vero, ha affermato martedì un funzionario del Ministero degli Esteri indiano in una conferenza stampa.”Ci sono stati colloqui tra i leader indiani e statunitensi sull’evoluzione della situazione militare”, ha affermato Randhir Jaiswal, portavoce del ministero.
“La questione commerciale non è emersa in nessuna di queste discussioni”
La forte spinta dell’India a contrastare Trump dimostra la preoccupazione dei suoi leader su come l’opinione pubblica indiana percepirà la loro condotta nell’ambito dello sforzo militare indiano. Temono di essere percepiti come coloro che hanno interrotto il confronto sotto pressione esterna prima di ottenere la vittoria contro un avversario più debole, affermano gli analisti.
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Questo avveniva a maggio, la situazione è però precipitata con le mosse successive, ovvero le “nuove tariffe capestro” per chi acquista petrolio e derivati dalla Russia.
L’India è col cappio al collo:
a) se non compra petrolio dalla Russia, l’India che dipende per il 30% dal petrolio russo, perderebbe la sua competitività, ma questo sarebbe il punto meno importante, perderebbe infatti anche il supporto della Russia in termini di attrezzature militari, con conseguenze ancora più drammatiche nella percezione della popolazione indiana riguardo al “timore della Cina”.
b) Data la presenza del Pakistan e della Cina ai suoi confini, l’India soccomberebbe nel caso di conflitto senza l’aiuto militare della Russia.
c) L’India rivendica un ruolo chiave geopolitico che gli US stanno continuamente ostacolando
Bastano questi motivi per capire che l’India non poteva accettare il raddoppio delle “tariffe di Trump”?
Si, è chiaro che l’intera struttura sociale indiana è percorsa da un fremito colossale, un altro momento “mezzanotte”, simile a quello dell’indipendenza dall’Inghilterra nel 1947.
Allora fu il Parlamento inglese a trasformare l’India in due repubbliche Pakistan e India, oggi sembra che sia un altro modo, quello degli US, con tariffe che l’India non ha alcun modo di accettare.

