La scienza è morta e sepolta!

Ormai è persino difficile dare un peso a qualsiasi studio scientifico, per via dell’aumento del numero di “scienziati” e il conseguente aumento degli studi.
In pratica c’è una overdose di scienziati.
Il comune errore è quello di considerare il termine “scienziato” come equivalente e sostitutivo del termine “genio”.
Naturalmente non ci sono geni tra gli scienziati.
Come puoi dire questo?
E’ facile dimostrarlo, in campo medico le riviste che pubblicano gli studi sono troppe, cosi come nel campo dell’innovazione tecnica, spaziale, militare.
Curiosamente quelle che “contano” appartengono a un preciso gruppo di persone, sempre le stesse in ogni settore.

C’è una cosa che non sapete, cioè che esiste un “diritto di precedenza” sulla pubblicazione, hanno diritto di precedenza gli studi finanziati da Case Farmaceutiche.
Ora, capite bene che quando Burioni va in tv e cita i suoi lavori, il fatto che li abbiano pubblicati è dovuto al “diritto di precedenza”, in pratica Burioni è sponsorizzato da case farmaceutiche, perciò compaiono i suoi lavori, mica perchè siano veri lavori.
Sono cazzate, però vengono pubblicate.
Questa è davvero grossa…

“La prima rivista scientifica … iniziò la pubblicazione nel 1665. Nel 1800 c’erano 100 riviste; nel 1900, 10.000 riviste; oggi [1969], più di 1oo.ooo.”

Association for the Advancement of Science fu fondata nel 1848, contava
461 scienziati come membri. Ha poi raggiunto i 36.000 membri durante la
seconda guerra mondiale e ne ha già superati i 100.000 negli anni ’60. Oggi
vanta circa 135.000 membri ed è solo una delle tante associazioni
scientifiche in crescita. L’Accademia Nazionale delle Scienze, di cui
l’appartenenza ancora oggi è un onore unico riservato a pochi scienziati,
iniziò nel 1863 con 50 membri. Quei ranghi sono aumentati oltre i 600 a
metà degli anni ’60 e ora si attestano a 1.650. Il numero totale di dottorati
in scienze assegnati ogni anno è aumentato da meno di 6.ooo nel 1960 a
quasi 17.000 nel 1979. A metà degli anni Ottanta, i ranghi di PhDs e MDs,
dottori in scienze o ingegneria erano aumentati a 400.000, una cifra che per
decenni è cresciuta molto più velocemente dell’occupazione nazionale. Di
conseguenza, “su otto scienziati che sono mai vissuti [nella storia del
mondo], sette sono vivi oggi [nel 1969]”; statistiche simili sarebbero valide
oggi. Né la pressione per un’ulteriore espansione è diminuita fino a tempi
molto recenti, come evidenziato in una dichiarazione politica del 1990
dell’Associazione delle università americane che fa riferimento a una
“imminente carenza di dottorato. Solo nell’ottobre 1995 la rivista Science
per la prima volta iniziò a preoccuparsi per l’imminente eccesso di dottorati
di ricerca americani.
Eppure non possiamo trovare tra loro gli otto moderni Galileos, Plancks,
Einstein, Kochs, Pasteurs o Mendels che queste statistiche prevedono.
Un numero crescente di scienziati significa che molti più articoli vengono
pubblicati su riviste scientifiche, con la posta in gioco di pubblicare o morire
(publish or perish!) in costante aumento. Secondo un riassunto, “La prima
rivista scientifica … iniziò la pubblicazione nel 1665. Nel 1800 c’erano 100
riviste; nel 1900, 10.000 riviste; oggi [1969], più di 1oo.ooo.” Nel 1986, un
totale illeggibile di quasi 140.000 articoli venivano pubblicati ogni anno solo
da scienziati statunitensi, circa un terzo del totale mondiale.”
10 Philip G Altbach and Hans de Wit. Too much academic research is being
published. 07 September 2018. University World News.
https://bit.ly/34xwNnq

nel 2005 il noto statistico epidemiologo John Ioannidis scriveva che gran parte degli studi pubblicati sono falsi e che il risultato di molti esperimenti non è replicabile.
Richard Horton gli fece eco nel 2015: “metà della letteratura scientifica potrebbe essere falsa”. Tale situazione marasmatica concernente le pubblicazioni scientifiche è stata ripresa anche dall’ex direttore di JAMA, George Lundberg più recentemente: “Studi medici sciatti e risultati irriproducibili”. “Questo è un problema enorme; richiede un enorme cambiamento nei valori, nei processi e nelle ricompense e deve essere fatto. Il momento per iniziare è adesso”

A questo punto viene da chiedersi su cosa e su quale scienza, la Corte Costituzionale abbia potuto esprimere un parere.
Quali sono i criteri scientifici?
La Consulta di fatto non è abilitata a stabilire cosa sia “scienza”, cosi come da tale parere espresso lascia intendere di non essere competente neppure nella Costituzione.

Metà degli studi sono falsi!
Il guaio è che non si sa quale delle due metà.

Con l’arrivo della COVID-19, le riviste hanno inaugurato un nuovo modo di pubblicare, sarebbe a dire anche senza la revisione di esperti, per essere più veloci e tempestivi. Così però non forniscono neppure quella discutibile garanzia di controllo che fino all’anno scorso era il loro vanto: la peer review stessa! (FabioFranchi)

Scienziato non è sinonimo di genio, non è neppure sinonimo di studioso, è sinonimo di “alle dipendenze delle organizzazioni che posseggono case farmaceutiche, intelligence militari e organizzazioni globaliste.
Non importa un cazzo di niente se mentono, se dicono stronzate, se sono incompetenti…
Il “diritto di precedenza” che le case farmaceutiche hanno, gli consente di definire un idiota come “scienziato”.

Non dovrei, ma Burioni è l’esempio lampante.
Non dovrei, ma Ilaria Capra è quello abbagliante.
Ilaria Capra?
Ho sbagliato tasto, tanto che importa ho il diritto di precedenza su “far-falla”…


Di Franco Remondina

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