Oggi è la festa di Ognissanti, ma nessuno la chiama più cosi, è diventata Halloween.
Quale è il succo di una festa?
Nessuno lo sa, una festa è l’astensione dalla routine.
Cosi, ci si astiene dal fare quel che normalmente si fa e tecnicamente ci si dovrebbe astenere dall’uso dei clichè comportamentali che le persone adottano.
In questo senso non ci sono più feste.
Nessuna.
Ogni giorno è uguale, negli schemi mentali delle persone.
Questo produce una assenza di variazione comportamentale, di fatto una sorta di obbligo alla reiterazione dei comportamenti abituali.
L’uomo è diventato mono-comportamentale, ha un solo schema.
In un sistema dove non c’è variazione, c’è automatismo e ripetitività, il che porta all’assenza di ragionamento, anzi di più, alla perdita della capacità di ragionare.
E’ quello che si vede ormai in ogni piccola cosa, ieri ancora con i petardi, i botti…
Come scimmiette ammaestrate o meglio, come cani di Pavlov, torme di ragazzi che eseguivano l’eccesso di salivazione alla vista del segnale convenuto.
Altro che “al mio segnale scatenate l’inferno” di Massimo Decimo Meridio, al segnale sbavate come i cani.
Infatti …
Una barzelletta, non una festa, una barzelletta che non fa ridere: dolcetto o scherzetto?
Solo un demente può proporre una scelta da scimmia del Borneo.
Senza alcun senso, senza neppure chiedersi cosa significa, significa obbligo!
Significa mafia, significa paga il pizzo o dò fuoco alla tua attività!
Cosa c’è da sorridere? Cosa c’è da festeggiare?
Il simbolo è una zucca gigante che viene svuotata e a cui vengono intagliati gli occhi, il naso, la bocca, ma dentro è vuota!
Ecco è la festa delle zucche vuote!
Solo per questo andrebbe rifiutata, per il significato intrinseco.
Poi c’è il resto…
Ah già, il resto è mancia!