C’è una sorta di propaganda ossessiva in atto ormai da oltre mezzo secolo, quella dell’Intelligenza Artificiale.
Già la definizione “artificiale” dovrebbe far capire che l’intera questione è del tipo “il sesso degli angeli”, cioè pleonastico, significativamente inutile, insomma una cazzata, per dirla tutta.
Non esiste una Intelligenza Artificiale, ma soprattutto non potrà mai esistere.
E’ una questione semplice da capire, l’IA arriva per seconda!
L’Intelligenza quella vera è venuta prima.
E la copia non è mai meglio dell’originale!
Oltre a queste considerazioni, c’è un problema ancora più grande, cioè che l’IA è pensata dall’intelligenza umana e al momento tale intelligenza non è adeguata.
I parametri umani sono implicati nella costruzione dell’IA e sono parametri parziali.
Certamente l’IA svolgerà in modo informatico le attività richieste, ma l’intera sua attività viene dal programma scritto dell’uomo.
Quanta conoscenza dell’Intelligenza ha l’uomo?
Questa è la domanda cruciale.
La risposta è sconcertante: poca o nessuna conoscenza.
L’Intelligenza è un Ente metafisico, anzi, è un Ente e basta, e in questa dichiarazione c’è tutta l’impossibilità dell’IA.
Esiste un limite intrinseco all’esistenza dell’IA, essa non può fare, non può decidere da sola “il fare”!
L’Intelligenza è un Ente vincolato dal fare, se l’Intelligenza non fa, allora NON E!
Il rapporto è ben descritto nei primi 2 passi di Genesi 1: 1 In principio Dio creò i cieli e la terra 2 e la terra era informe e vana e stava in fronte all’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sopra le acque.
L’IA non ha la relazione corretta con Vita, Spirito, Acqua!
Non può e non potrà mai essere altro che “Artificiale”, non può mai divenire “Frattale” dell’Intelligenza originale, rimarrà artificiale sempre.
Pur risolvendo i vari problemi legati alla rappresentazione grafica del programma, l’IA non ha e non avrà mai altra relazione con il problema della somiglianza e immagine, ma men che meno potrà mai risolvere il problema dei problemi: il serpente!
Ma che ve lo dico a fa?
Che glielo racconto a fa?