La cosa che lascia attoniti è che gli ukraini, mezzo milione di ukraini, sono morti, anzi si sono fatti ammazzare per difendere quel che credevano fosse “il loro paese”, invece era Israele.
Morire per morire fa morire al quadrato!
Non hanno capito?
Eppure è evidente…
Se hai un afflusso di armi e di denaro dell’ordine di grandezza che si è visto, c’è chiaramente un qualcosa che avrebbe dovuto far pensare.
Il guaio è che gli ukraini non hanno pensato, per come sono messe le cose, siamo in presenza di una forma specifica di auto-genocidio.
Non c’è dubbio su questo, la domanda è però un altra: che ne sarebbe stato degli ukraini in caso di vittoria?
Credo sarebbero stati fatti fuori!
A pensar male si fa peccato, ma credo che questo non sia pensar male.
Magari avrebbero innescato una operazione di tipo arma biologica, come ulteriore accusa verso la Russia, visti i laboratori sotterranei di armi biologiche conquistati dai russi.
A proposito, notate che non se ne sa più nulla?
Ecco, la disfatta ukraina è più che una disfatta militare è una disfatta antropologica, sociale, esistenziale.
Dal colpo di stato di Maidan, nel 2014, non c’era futuro per la popolazione autoctona.
Non c’è mai stato quel futuro, in pratica l’Ukraina è la Gaza dell’Est, come quella fiera dove per due soldi, un topolino mio padre comprò…
E infine il Signore
sull’Angelo della Morte
sul macellaio
che uccise il toro
che bevve l’acqua
che spense il fuoco
che bruciò il bastone
che picchiò il cane
che morse il gatto
che si mangiò il topo
che al mercato mio padre comprò.