C’era una volta un gruppo di persone che spostandosi per un vasto territorio, arrivano in posto veramente gradevole e decidono di stabilirsi lì. Essendo una intenzione condivisa, ne discutono e si organizzano.
Mettono nero su bianco il loro impegno e lo chiamano “statuto della comunità”.
Una volta fatta questa operazione, il problema della realizzazione degli intenti della comunità si scontra con la questione pratica: come realizzare queste intenzioni. Il luogo scelto è fertile, ma manca tutto.
Riuniti in una assemblea plenaria, viene deciso quanto segue: la comunità di Vattelapesca, riunita in assemblea plenaria, delibera in merito alle transazioni che avverranno all’interno dei confini del territorio che la comunità ritiene essere territorio dello stato di Vattelapesca, in una moneta denominata “pesco”.
Viene eletto il consiglio di stato che determina il mezzo di pagamento, la moneta con cui si scambieranno beni e servizi: La chiamano “pesco”.
Dopodichè si procede alla stampa di “centomila pesco”. Inizialmente come moneta il “pesco” ha un valore immaginario, determinato dal “valore che la comunità decide di dare al proprio territorio, cioè immaginato valere 100 000 “pesco”… facciamola breve, l’assemblea fa delle stime di valore delle opere:
Servono strade? Quanto costa?
Tra i componenti della comunità , qualcuno alza la mano e dice:” Per realizzare queste strade, sevono tot persone che devono mantenersi per tot tempo e quindi il costo è di 10 000 “pesco”.
Poi ci sono le scuole, con lo stesso processo si arriva a stabilire che le scuole richiedono 3000 “pesco”.
Le ferrovie? 12000 “pesco”!
I porti? 20 000 “pesco”.
Gli ospedali? 5000 “pesco”. La telefonia, le miniere, le raffinerie e quant’altro 20 000 “pesco”
L’agricoltura 10 000 “pesco”.
L’energia elettrica 20 000 “pesco”.
Stabilito questo, la comunità di vattelapesca dà il via alla realizzazione di tutte le opere che servono. Ai costruttori di strade vengono elargiti i “pesco” necessari e così a tutti gli altri; si pone a questo punto un problema, quello di contabilizzare tale operazione…
Lo chiamano il bilancio dello “Stato di Vattelapesca”.
Ok? Come sarà questo bilancio? Contabilmente lo stato possedeva 100 000 “pesco”, ora invece possiede: 100 000 – (10 000+3000+12000+20 000+5000+20 000+10 000+20 000)=0, cioè aveva 100 000 “pesco” e ora ha zero!
In pratica ha contabilmente un debito di -100 000 “pesco”.
Dove è finito? Nei conti correnti dei componenti la comunità! Ovvio…
Il debito dello Stato di Vattelapesca è la ricchezza dei suoi abitanti. Una volta completate le opere tuttavia, esse hanno bisogno di manutenzione.
Lo stato prevede quindi una quota di versamento da parte di ogni componente della comunità per evitare di stampare nuovi “pesco”, le chiama “contributo contro il degrado”, noi lo chiamiamo tasse.
ECCO QUA LA DIMOSTRAZIONE: LO STATO DEVE PRIMA SPENDERE (DEBITO PUBBLICO) PER POTER INCASSARE LE TASSE! SE LA COMUNITA’ NON AVESSE MESSO IN CIRCOLAZIONE PRIMA I “PESCO”, NON SI SAREBBE POTUTO PAGARE LE TASSE!
Cosi la puoi razionalmente capire!
Inoltre si capisce anche di chi realmente sia la moneta.
Solo in questo modo capite o potete capire la truffa attuata con la Banca Centrale, il fatto che sulla questione moneta ci sia un articolo della costituzione,
il 42:
La proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, ad enti o a privati.
La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti.
La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d’interesse generale.
La legge stabilisce le norme ed i limiti della successione legittima e testamentaria e i diritti dello Stato sulle eredità.
Poichè la moneta, come spiegato, appartiene alla comunità e non allo stato, poiche la nascita dello stato è una conseguenza dell’accordo di comunità, le leggi sulla moneta, promulgate dai parlamenti e non sottoposte a referendum sono illegittime.
Se non si parte da questo, i trucchi legali di alcuni, impediscono il riconoscimento su chi sia proprietario della moneta!
La comunità! Lei sola può decidere, tramite cosultazione, quanta moneta serva, quante tasse siano corrette, quanto deve essere la pensione etc etc etc… di sicuro non i banchieri e di sicuro non i mercati!
L’argomento è tanto interessante quanto poliedrico a volte crudelmente comico. Ad esempio, i mercati….come mai i mercati in calo perdono miliardi di euro (strillati nei titoli dei TG)? E come mai quando crescono guadagnano….punti percentuali? Eppur chi ha mai letto un titolo tipo “balzo delle borse, piazza affari guadagna 500 milioni di euro”? Che sia per evitare che noi comini mortali iniziamo a chiedere di tassare quei guadagni con le stesse modalità con le quali tassano i nostri, di guadagni? La UE potrebbe fare un regolamento in merito? Difficile, sono solo tre le istituzioni che possono legiferare in Europa…. Commissione, Consiglio e…..BCE! Ops…ci siamo persi il parlamento UE. L’unico organo che eleggiamo non più nemmeno proporla, una legge 🙂
Probabilmente se Freud vivesse oggi farebbe l’economista, non lo psichiatra erotomane. I risultati sarebbero i medesimi
I concetti base dell’economia sono tanto semplici quanto resi farraginosi (in mala fede) da quei cialtroni che stampano i soldi e da chi regge loro il sacco.
Non ci sono tante domande da porsi, forse una sola: quando finirà questa immensa truffa? E la risposta è ugualmente una: quando la gente si sveglierà e andremo a prenderli a casa loro, questi farabutti.
Intanto i teleimbonitori continuano a prendere per i fondelli il teleutente dormiente con trovate come questa…
http://www.rai.it/dl/portali/site/puntata/ContentItem-f6ed7c76-300e-4a39-b76f-1c717618f8b0.html