Una amica, Barbara, mi regala un libro, questo

in questo libro ci sono davvero delle informazioni che non sono esattamente “politicamente corrette”, anzi, vanno davvero al punto cruciale: la questione del debito.
Trovo sconcertante che queste riflessioni non vengano neppure sfiorate nelle università, ma vengano occultate volutamente.
Hudson, a un certo punto parla del nocciolo della questione: Roma ha lasciato una sola eredità, quella legislativa e i codici legislativi erano tutti a favore del creditore!
L’economia è composta in grandissima parte di debitori, emanando leggi a favore dei “diritti dei creditori” di fatto si tolgono i “diritti dei debitori”.
I “diritti dei creditori” sono rivolti verso l’economia e quindi verso una diminuzione della libertà dei “debitori”.
L’ideologia moderna parla di democrazia occidentale, per la Grecia, Roma, e oggi gli Stati Uniti, e definisce altri paesi, autocrazie, intendendo retti da singoli governanti. Il regnante, aveva una funzione specifica nell’antico Vicino Oriente, ovvero la capacità di impedire lo sviluppo di un’oligarchia domestica.
Hudson dice che la sfida per il prossimo ventennio è quella tra autocrazia e democrazia.
Ecco che entra in gioco la questione semantica, cioè la democrazia è il contrario di quel che pensiamo, cioè i sistemi democratici sono il MALE ASSOLUTO.
E lo spiega in un modo chiaro, ciò che si intende per democrazia è ciò che Aristotele chiamava oligarchia.
Una democrazia produce sempre una oligarchia.
Una democrazia produce SOLO una oligarchia.
Cosi, all’opposto, ciò che si intende per autocrazia significa un governo forte, abbastanza forte da impedire l’emergere di un’oligarchia di creditori che si impossessi della terra, espropri l’economia e la riduca a servitù. Imposti e crei un’economia mista, un settore pubblico e di un settore privato che agiscano insieme. Il ruolo del governo è impedire al settore privato di polarizzare la società in un modo che imponga l’austerità.
Era l’Italia del dopoguerra, quella del boom economico!
Ma Platone, che c’entra?
Uhmm…
Platone ha scritto “La Repubblica”, non il giornale, il libro…
Il protagonista del libro è chiamato Socrate, che non è il filosofo, ma solo il protagonista, il libro inizia cosi con una conversazione che parla dell’argomento “debito”…
Qualcuno che chiede: “Dovresti ripagare i debiti che devi a qualcuno?” Socrate dice: “Bene, e se qualcuno prendesse in prestito un’arma da una persona molto distruttiva e aggressiva, e tu la prendessi in prestito? Dovresti restituire la tua spada o la tua arma alla persona da cui l’hai presa in prestito? Perché se lo fai, è una persona violenta, e farà qualcosa con l’arma, forse, è davvero giusto ripagarlo? La persona con cui sta parlando dice di no. Allora Socrate: “Ebbene, cosa succede se prendi in prestito denaro da lui e paghi il tuo debito con lui, e lui usa questo debito proprio come una persona egoista e violenta userà un’arma? Usa il debito per toglierti la libertà, per portarti via la terra, per farti essenzialmente quello che farebbe con un’arma. E, infatti, ci sono stati molti omicidi politici, è giusto?” Lo studente con cui sta parlando è un po’ confuso. Socrate disse: “Bene, ecco il problema. La maggior parte dei governanti oggi sono creditori. I governanti, i politici che vengono eletti e che gestiscono la maggior parte delle città, provengono dalle famiglie più importanti. Sono le famiglie più ricche. Sono i creditori. Essendo creditori, agiranno nel proprio interesse e promuoveranno una legge orientata ai creditori, e questo distruggerà la società. Quindi è davvero giusto?” Poi aggiunge: “Bene, immagino che ciò di cui abbiamo bisogno sarebbero i tutori”. I tutori dello stato sarebbero persone che non abbiano proprietà proprie e che non abbiano molto denaro proprio. Non avendo soldi e proprietà, non sono dipendenti dalla ricchezza.
Platone già lo sapeva!
Di Franco Remondina
