IL PROBLEMA FRANCESE DELLA “PERCEZIONE”

Di Franco Remondina (dodicesima.com)
Tanto tuonò che per ora non piove, sarà per il “controllo climatico”… In effetti ci sono delle analogie con il voto di ieri in Francia.
Invece del controllo climatico c’è il controllo del pensiero.
Le elites hanno una paura folle!
La mossa dei think-tank, degli strateghi, è stata questa: molte piattaforme politiche e molti candidati. Cosa ha prodotto?
Ha prodotto una “percezione controllata”.
Se avesse vinto Le Pen, si sarebbe raccontato che il suo successo era dovuto alla frammentazione del voto. Se avesse vinto uno qualsiasi degli altri ci sarebbero stati inviti e sollecitazioni, pubbliche e non pubbliche, a compattarsi contro il nemico populista.
La percezione è un dato disgregante!
Mi spiego, immaginiamo che ci fossero solo tre competitori, immaginiamo che i programmi politici siano dei colori: bianco rosso e blu, putacaso i colori della loro bandiera, in questo ambito il risultato sarebbe stato grosso modo cosi: 40% bianco, 25% rosso e 35% blu.
Se fai la correlazione Macron=bianco, Le Pen=blu, la percezione era che il blu è molto vicino al bianco!
Mmmmmh… vuoi vedere che se molti la pensano blu, ci devono essere delle ragioni….
Cosi, per non dare questa percezione si ammette alla corsa anche chi non era ammissibile (Fillon).
Chi è Macron? E’ il Mario Monti dei francesi. L’uomo che ha ringraziato pubblicamente i Rothschild del loro appoggio… Minchia Johnny…
Un banchiere che fa l’interesse del popolo, non si è mai visto nella storia. I francesi di sinistra, quelli di Paris, con la puzza sotto il naso, lo hanno votato a raffica.
Ma, c’è un ma… anzi ce ne sono troppi, il primo è che a giugno in Francia si terranno delle elezioni parlamentari.
Macron è troppo nuovo per avere candidati vecchi. I francesi voteranno quel che conoscono e Macron, qualora vincesse al secondo turno e, a dispetto di quel che dicono tutti, io non ci credo, si ritroverebbe ad avere pochi parlamentari, quindi, obbligato a trattare sempre su ogni cosa, dopo aver detto in campagna elettorale di non voler fare accordi con nessuno.
Il secondo “ma” è questo: se guardate i voti e le percentuali, scoprite una cosa: Le Pen è nettamente davanti a Macron, 26,5 Vs 21,2 senza i voti di Paris e dell’Ile de france…
Cioè i Par-igini, il termine ha una assonanza con par-assiti, hanno votato per il banchiere.
Siamo quindi di fronte ad un ballottaggio da lotta di classe. I francesi che hanno subìto la Ue dei cocainomani e degli ubriaconi, ovvero i lavoratori e i giovani, dovrebbero votare contro il parassitismo culturale in atto.
I pensionati? Come fai a votare il Mario Monti francese? Sei un coglione se lo voti!
Lo voto perché è serio e rassicurante!
Ah si?
Lo votano perché la propaganda gli ha raccontato che se va al potere Le Pen, mancheranno i soldi! Pensa te, i banchieri hanno i soldi e lo Stato francese no, cioè, il tuo sistema previdenziale statale non ha “soldi”? Ma che cazzo di ragionamento è?
E’ rassicurante? Cioè, hai avuto rivolte alle banlieu, attentati, immigrazione incontrollata, ti hanno tolto un sacco di diritti, la disoccupazione è al massimo e tu questo lo trovi rassicurante?
Sì, il linguaggio che usa è più serio, più tranquillizzante!
Che stai dicendo, che è più importante il modo come ti descrivono le cose che le cose stesse?
Domanda: i francesi stavano meglio venti anni fa o stanno meglio ora?
Gli italiani stavano meglio venti anni fa o stanno meglio adesso?
Il ballottaggio, per Le Pen, non è ancora perso, ve lo dico oggi. 
             
Di Franco Remondina

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