Ragazzi, lo dice!

Il discorso di Tremonti è chiaro: non NWO ma NDO!
Il nuovo ordine mondiale non c’era prima, nonostante lo dichiarassero prima dei pasti, durante e dopo i pasti!
E’ evidente!
Invece abbiamo il Nuovo Disordine Mondiale.
Disordine è un termine strano, dipende da chi lo guarda. Tremonti è uomo di Aspen

Ha scritto un libro che comincia cosi:

“La globalizzazione ha fallito. Per trent’anni abbiamo vissuto nel dorato mondo dell’Eden, della pace perpetua, dove tutto è positivo e progressivo. Abbiamo avuto l’illusione di uscire dalla storia”  “Tutto ha inizio con un “incidente della storia, l’evento è in un luogo remoto della Cina. Un luogo che, guardando alla mappa luminosa di Google, sembra un buco nero.
In realtà lì dentro c’è mezzo miliardo di persone, almeno: vecchi in ambiente rurale. Ma questa, forse, è la grande occasione per costruire un mondo migliore, un mondo in cui c’è lo Stato e c’è il mercato, non solo il mercato senza lo Stato.” 

E ancora: “

La storia non si ripete mai per identità perfette, ma su scala allora nazionale, ora globale, e in forma postmoderna, piuttosto che moderna, nel mondo occidentale e soprattutto in Europa oggi troppi sono i segni che indicano e fanno presagire una parte almeno di ciò che allora è stata proprio Weimar, nel corso del lungo armistizio che si è posto all’interno di quella che si sarebbe poi vista essere un’unica guerra mondiale, con ciò che di tragico ne è derivato. Oggi come allora si vedono infatti utopie cadenti e follie nascenti, fede nel pensiero magico e nelle forze immaginarie, come è tipico delle cosiddette «scienze di confine», allora gli anelli di ghiaccio cosmico oggi le scie chimiche, stupidità e hybris politiche, forme di violenza irrazionale o peggio di violenza «razionale», da una parte i cuochi che cercano di prendere il comando della nave, dall’altra lo stupor perché i popoli non votano più a comando, élite e classi (ex) dirigenti che oggi pensano di vedere gli effetti di una peste politica o comunque di una oscura, imperscrutabile maledizione per cui si proclamano incolpevoli, antico regime di se stessi, come i nobili dopo la Rivoluzione francese, capaci di ricordare tutto senza avere imparato niente, così artefici e vittime del loro destino; Washington dissensus in luogo del vecchio Washington consensus e un nuovo
global disorder, al posto del vecchio global order; il balzo della Cina, oltre la manifattura verso l’intelligenza artificiale, per arrivare alla supremazia globale o per evitare il destino prossimo e terribile portato da una demografia avversa, perché mai nella storia
dell’umanità si è visto un così massiccio agglomerato di anziani in un’area rurale; la finanza, divenuta con la crisi paradossalmente ancora più grande e più forte di prima, tanto da essersi decretata «troppo grande per fallire», ma in realtà così avviandosi verso la sua vittoria di Pirro; mentre i robot – le macchine «rubalavoro» e «rubapensiero» – proseguono finora imperterriti nella loro marcia trionfale.
E, prima che cali il sipario sulla scena di questo atto, si vedono in giro per il mondo tribuni e ciarlatani, cagliostri, cartomanti e lettori di tarocchi, indovini, maghi con l’algoritmo, veggenti, guaritori, santoni disposti a compiere il salto dalla vecchia pratica
dell’ottimismo cosmico a un rassegnato e per questo terribile pessimismo, o predicatori retroattivi dimentichi del fatto che Google non perdona, facendo le tre profezie
riaffiorare tutto quello che negli anni passati, e sbagliando, hanno detto e scritto, allora per vivere e ora, predicando l’opposto, per sopravvivere.
Ma niente ci pare ancora perduto, non è scritto che tutto debba flettere nel vuoto o nel peggio: «Sopravverranno le catastrofi e le rovine; trionferà il caos, ma di tanto in tanto verrà anche l’ordine» (Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano, 1951).

Giusto per dire il disprezzo che suscitano a Tremonti l’attuale governo e l’attuale elite.
Turisti della storia!

Può ben dirlo!

El’esempio topico di turisti della storia diventa evidente dappertutto!

 Non c’è altro. vostro onore!

Di Franco Remondina

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