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Il Grande Reset in 10 punti

ANDREA CECCHIJan 5, 20211624

RAPIDAMENTE

1.       Luglio-agosto 2019: iniziano a manifestarsi gravi problemi strutturali quando il Tesoro Americano preleva a sorpresa 190 miliardi di dollari dai conti denominati Treasury General Accounts, accesi presso la filiale della Federal Reserve di New York e gestiti dalle principali banche denominate Primary Dealers. https://www.newyorkfed.org/markets/primarydealers#primary-dealers

2.       I 190 miliardi vengono così a mancare dalle riserve delle banche e finiscono nella spesa pubblica, ma quelli erano soldi già impegnati nella galassia del rischio controparte del mercato dei REPO, ovvero l’enorme mercato globale in cui le banche e gli operatori finanziari ottengono liquidità a breve termine per mantenersi in gioco nel mondo economico. Ricordiamo che grazie all’effetto leva, ogni dollaro di riserva sostiene un numero esponenzialmente maggiore di dollari scommessi.  

3.       Settembre 2019: non ci sono più dollari! Non se ne trovano più!  Mancando la liquidità, i bilanciamenti delle partite reciproche nel mercato dei REPO, iniziano a lanciare segnali preoccupanti di effetto domino. Banche americane, europee, giapponesi ecc, tutte a chiedersi dollari l’un l’altra, ma i dollari non si trovano.  Ricordiamo che si tratta di una mondo economico/finanziario dove tutto è collegato in un rischio controparte di milioni di miliardi. >MILIONI DI MILIARDI!

4.       17 settembre 2019: i tassi d’interesse nel mercato dei REPO schizzano all’improvviso al 10%. La Banca Regolamenti Internazionali interviene lanciando l’allarme, come la sirena prima dei bombardamenti. O si corre ai ripari o scoppia tutto!

5.       Il 18 ottobre 2019 a New York andava in scena l’Event 201. I big del mondo si riuniscono per una simulazione che nel giro di poche settimane sarebbe diventata reale. Le prove generali di un’epidemia di un nuovo coronavirus zoonotico! Carta da giocare che era già nel cassetto da diversi anni.

6.    Il  20 gennaio 2020 I Big del mondo globalizzato si riuniscono nuovamente a Davos e viene illustrato il programma THE GREAT RESET, ovvero la necessità di un reset soprattutto economico per gestire il rischio di deflagrazione globale dovuto ad uno schema economico non più gestibile in nessun modo. Con l’occasione, perché no, dare anche un’accelerazione al programma di politiche globaliste che avranno il terreno spianato da una crisi creata ad hoc.  

7.       Parte così OPERAZIONE CORONA. Per attuare il Grande Reset occorre disinnescare la bomba a orologeria che è il mercato dei REPO e dei derivati. Per farlo occorrono soldi. Ecco allora che miliardi di dollari vengono creati dal nulla e gettati a palate laddove mancano.

8.       Il rischio adesso è che tutti questi nuovi miliardi inizino a circolare creando inflazione. Per combattere l’inflazione, il metodo più efficace è quello di bloccare la velocità di circolazione della moneta. Per bloccare la velocità di circolazione della moneta bisogna far stare la gente in casa.

9.       Vengono bloccate tutte le attività umane dove la moneta circola con maggiore esuberanza, ovvero tutte quelle attività ricreative e ludiche dove la gente si diverte, sta bene, è felice e spende volentieri: ristoranti, discoteche, bar, pub, viaggi, vacanze,

sport, eventi aggregativi, concerti, ma anche gli eventi religiosi, dove la gente può trovare conforto nella fede e scappare dal panico e dal terrore diffuso dai media h24.

10.   Il programma di reset economico/sociale durerà diversi anni, con punte ancora molto drammatiche. Alternate a momenti apparentemente tranquilli. Tutto ciò per consentire una demolizione controllata del sistema economico non più gestibile e la contestuale demolizione controllata del modello sociale dove il ceto medio non è più previsto.

https://andreacecchi.substack.com/p/restare-vivi?s=r

A parziale rettifica della precedente newsletter, dove ho scritto che la regola n.1 è quella di non perdere soldi, vorrei aggiustare il tiro, scusandomi con i lettori per il mio errore. Non perdere soldi è certamente una cosa essenziale, ma ancora di più, da qui in avanti, la regola principale sarà quella di restare in vita, ecco perché il titolo di questo mio nuovo pezzo: Staying Alive! Restare in vita, sopravvivere. E gli attacchi arrivano da molte parti, purtroppo non solo dal punto di vista economico. Certo è che mantenersi economicamente solidi, faciliterà di molto la sopravvivenza.

Il titolo ci porta indietro nel tempo al famoso film con John Travolta che è il sequel della Febbre del Sabato Sera, film del 1977. Parlando di anni Settanta, si può osservare adesso il ritorno di alcune mode di quei tempi, come il ritorno degli stravaganti costumi Glam Rock dell’epoca nel settore della musica e come l’aumento dei prezzi dovuto alla stagflazione. “Il termine stagflazione nasce negli anni 70, dopo il primo shock petrolifero del 1973-74. Esso indica la contemporanea presenza di un’attività produttiva che non cresce (stagnazione) e di un persistente aumento dei prezzi (inflazione)”.  In America sono tornate le code ai distributori di benzina e si dice anche che sono state viste addirittura persone mettere la benzina nelle buste di plastica e nei contenitori di cibo per il frigo e c’è anche chi ha è stato visto comprare i preservativi dai distributori automatici vicino ai cessi e cercare di fare il pieno riempiendo i profilattici.  

Ecco un articolo con video, da cui ho estratto la clip.

Proprio come in Italia degli anni della crisi post shock petrolifero.

La Federal Reserve si è affrettata a tranquillizzare il pubblico dichiarando che l’impennata inflattiva è solo transitoria, ma Goldman Sachs ha reso noto nelle sue previsioni che l’inflazione continuerà a crescere ad un livello più alto rispetto ai precedenti cicli economici suscitando la risposta di Zerohedge che ha ribattezzato questo periodo in modo ironico ma molto credibile: iperinflazione transitoria,

https://www.zerohedge.com/markets/bofa-transitory-hyper-inflation-ahead

scherzando sulla ridicola affermazione della Federal Reserve che questo surriscaldamento inflattivo sia effettivamente transitorio, mentre tutti si sono già accorti che è qualcosa di strutturale. Per accorgersene, basta guardare ai prezzi: una volta aumentati, non tornano mai indietro. Quello che è tremendamente preoccupante è il fatto che in presenza di aumento di prezzi dei beni di prima necessità, non ci sia un corrispondente aumento dei salari. Ciò erode a sangue la qualità e la serenità della vita delle persone. Non c’è facile soluzione, perché se fossero disponibili salari e liquidità aggiuntiva per i consumi, i prezzi salirebbero ancora più velocemente. Una cosa è certa: da ora in poi abituiamoci a tabelle molto alte verticalmente, per seguire le linee sull’inflazione che si impennano tutte dritte all’insù:

Fino ad ora l’inflazione è stata nascosta e rimandata con il gioco di sponda con la Cina. La Cina ha fornito all’Occidente un costo della manodopera ribassato procurando manufatti ad un prezzo basso. L’Occidente, delocalizzando, ha esportato l’inflazione che si sarebbe altrimenti manifestata molto prima. Ma come nel Ritratto di Dorian Grey, prima o poi, le azioni scorrette, si presentano e si palesano in tutto il loro orrore e non possono essere rimandate per sempre. Quando l’inflazione inizia a manifestarsi non si può fermare facilmente. È come cercare di rimettere il dentifricio nel tubetto dopo averlo spremuto. Questo è il secondo atto della crisi finanziaria globale del 2008, dopo il fallimento dei Lehman Brothers e lo scoppio della bolla dei mutui subprime. Ricapitoliamo: le banche avevano prestato trilioni di dollari a soggetti non in grado di rimborsarli inducendoli con tecniche commerciali persuasive e fraudolente a sottoscrivere mutui e a comprare case, gonfiandone artificialmente il valore.

Una cosa che cresce con tanto debito = bolla!  

Quello che è seguito è stato il grande “bailout” ovvero sono stati stampati oltre 18mila miliardi di dollari e girati alle stesse banche e a Wall Street con l’invito a fare meglio stavolta e queste istituzioni hanno invece preso i 18trilioni e ci hanno costruito sopra una piramide di milioni di miliardi di contratti derivati che hanno un valore reale pari a zero con i quali hanno ottenuto in cambio dollari che adesso stanno rientrando in circolazione come quando esplode il cono di un vulcano. Quando questo accade, vedi Pompei, è bene essere già in salvo con i risparmi al sicuro investiti in oro, e con autonomia alimentare sufficiente a passare incolumi l’ondata iniziale. Le strategie per lo Staying Alive, rimangono sempre le solite. Ricordiamoci cosa accadde negli anni immediatamente successivi alla crisi del 2008 con l’aumento verticale del costo non solo del petrolio e dell’oro, ma anche delle granaglie e il che diede origine alle rivolte per il cibo in Egitto, Tunisia, Haiti e la cosiddetta Guerra Delle Tortilla in Messico. Combattere per il cibo è una cosa molto brutta. Di recente abbiamo anche visto gente combattere per la carta igienica. E adesso per la benzina.   

Si potrebbe cercare di rallentare l’inflazione agendo sui tassi d’interesse, e qui entra in campo un personaggio molto famoso. Michael Burry.

Adesso vi do i compiti a casa: guardate il film “LA GRANDE SCOMMESSA” (The Big Short)

Il film ripercorre la strategia dell’investitore Michael Burry che aveva intuito prima di tutti lo scoppio della bolla dei mutui subprime e che è riuscito a fare una fortuna posizionandosi “short” ovvero al ribasso, puntando in modo vincente sul crollo di quel tipo di mercato, uscendone con  un profitto del 489% con un utile complessivo di oltre 2,69 miliardi di dollari.

Ai tempi del film, scrissi una recensione e avevo previsto giusto, infatti adesso Michael Burry è tornato con una nuova grande scommessa, stavolta sulla più grande bolla di tutti i tempi: i titoli di stato americani.  

La scommessa sui titoli di stato americani è veramente la più grande scommessa di tutti i tempi. Ma osservando la crescita esponenziale del debito americano ovvero dell’ammontare complessivo dei buoni del tesoro oggetto della strategia di Michael Burry, si può facilmente capire che una curva verticale di questo tipo, proiettata in area “WAZOO” come nella seguente tabella, manda dei segnali degni di essere presi in considerazione.

In pratica, se si ritoccano anche di poco al rialzo i tassi d’interesse su queste immani galassie di debito, si fa scoppiare tutto il sistema che arranca ancora perché impostato su tassi a zero.

Da parte nostra, considerando che tutti i beni di consumo globali e soprattutto l’oro sono quotati in quella valuta WAZOO detta dollaro americano, penso sia prudente riflettere ed agire finché abbiamo tempo.

È veramente un periodo impossibile da gestire. Bisogna giocare in difesa e cercare di restare in vita: Staying Alive.

Tutti questi scenari sono ben descritti nel mio libro che consiglio vivamente di leggere Il mio libro  si può ordinare scrivendomi un’email a:

fondazioneitaliabahamas@gmail.com

Di Franco Remondina

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