Certo che questi dell’agenda c’hanno ‘na sfiga che metà basta!
“IL VIRUS È LO STESSO, CERTO. MA PER RAGIONI CHE NESSUNO CONOSCE, E FORSE PER QUESTO C’È MOLTA DIFFICOLTÀ AD AMMETTERLO, IN QUEI TAMPONI CE N’È POCO, MOLTO MENO DI PRIMA”
L’articolo comincia cosi:
Professor Remuzzi, richiudere la Lombardia?
«Ma per carità. Piuttosto, l’Istituto superiore della Sanità e il governo devono rendersi conto di quanto e come è cambiata la situazione da quel 20 febbraio ormai lontano. E devono comunicare di conseguenza. Altrimenti, si contribuisce, magari in modo involontario, a diffondere paura ingiustificata».
Anche con una media giornaliera del 70-80 per cento dei nuovi contagi concentrati in una sola regione?
«Bisogna spiegare cosa sta succedendo alla gente, che giustamente si spaventa quando sente quei dati. Qui all’Istituto Mario Negri stiamo per pubblicare uno studio, che contiene alcune informazioni utili per capire, almeno così mi auguro».
Di cosa si tratta?
«Una breve premessa, spero non troppo noiosa, sul funzionamento dei tamponi. Per la ricerca del virus si usa la tecnica della reazione a catena della polimerasi (Pcr), in grado di amplificare alcuni specifici frammenti di Dna in un campione biologico».
«Per il Covid-19, funziona così. Il genoma del coronavirus presente sui tamponi, ovvero l’Rna, viene trascritto a Dna e amplificato mediante tecnica Pcr, che aumenta enormemente il materiale genetico di partenza. Più elevato è il contenuto sul tampone di Rna, quindi di virus, e meno dovrà essere amplificato».
La vostra ricerca?
«Abbiamo condotto uno studio su 133 ricercatori del Mario Negri e 298 dipendenti della Brembo. In tutto, quaranta casi di tamponi positivi. Ma la positività di questi tamponi emergeva solo con cicli di amplificazione molto alti, tra 34 e 38 cicli, che corrispondono a meno di diecimila copie di Rna virale».
Cosa significa?
«Che sono casi di positività con una carica virale molto bassa, non contagiosa. Li chiamiamo contagi, ma sono persone positive al tampone. Commentare quei dati che vengono forniti ogni giorno è inutile, perché si tratta di positività che non hanno ricadute nella vita reale».
Altro che seconda ondata, l’unica ondata che arriva è quella della loro sfiga, ormai da leggenda.
Ma poichè alla sfiga non c’è limite, lo si vedrà con il “controfeedback ” che avranno nel rituale del 21 giugno che loro hanno messo in piedi.
Avanti gente, c’è n’è ancora, anche per voi…
DE’UP


Qui ci sta bene questa presa dalla pagina di Jerve.
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Ciao Stefano BS