Di Franco Remondina (dodicesima.com)
Come dicono i dati, i grafici, i numeri, la ripresa è solo una questione di propaganda.
Hanno la testa dura i numeri… Mauro Bottarelli che ne è un attento conoscitore, scrive:
“Se esiste un Paese che dovrebbe fare default sul proprio debito il prima possibile, quello non è la Grecia ma gli Stati Uniti. Vediamo un po’ di storia. Il governo Usa ci ha messo 125 anni – dal 1791 al 1916 – per accumulare un miliardo di debito, poi la Prima Guerra Mondiale lo portò a 24 miliardi nel 1920, mentre la Seconda lo fece volare a 270 miliardi nel 1946. Altri 24 anni e altri 100 miliardi, arrivando ai 370 miliardi del 1970. Et voilà, in una decade il debito triplicò, arrivando a superare il trilione di dollari nell’ottobre 1981 e in soli quattro anni e mezzo un altro raddoppio, arrivando ai 2 trilioni dell’aprile 1986. Quattro anni e si arrivò ai 3 trilioni e poi, in soli 34 mesi, si raggiunsero i 4,2 trilioni nel febbraio 1993. Oggi siamo a 18 trilioni di dollari di debito governativo Usa, senza contare l’indebitamento fuori bilancio e la crescita di enormi liabilities contingenti: alcuni calcoli indipendenti parlano di altri 50 trilioni da aggiungere, inglobando queste due voci nel totale.
Con l’aumento dei tassi – se mai accadrà – di fatto gli introiti fiscali Usa serviranno solo per pagare gli interessi e con il governo che dovrà indebitarsi ancora per servire il debito, prima o poi arriverà il punto di rottura e insostenibilità.”
Ma non è solo questo, è che ormai, questi “cervelloni” hanno dimostrato che non ne capiscono. La globalizzazione, è stato il loro sogno fin dall’Impero britannico. L’avevano già attuata nella seconda metà dell’ottocento, ma allora, venne di fatto demolita dalle proteste degli operai inglesi che si mossero sindacalmente per boicottare ogni attività. Risultato? La globalizzazione venne fermata. Nacquero le ideologie come quella di Hegel- Marx.
Ponevano delle questioni che a quel tempo riuscirono a fermare l’operazione. La racconta in un post Zibordi:
L’ondata di Globalizzazione di fine ‘800 non fu solo una questione di forza militare britannica, ma anche di persuasione intellettuale, tramite ad esempio, in economia, la diffusione delle opere di Smith e Ricardo che venivano utilizzate per giustificare la superiorità della libera concorrenza a tutti i livelli, dei capitali, delle merci e anche delle migrazioni. Allo stesso tempo si impose nel mondoil sistema del Gold Standard e intorno al 1870-1880 quasi tutte le nazioni ne erano entrate a far parte. Questo significava un unico sistema finanziario globale in cui i capitali si muovevano senza vincoli, eccetto il meccanismo automatico dei flussi e deflussi di oro. Le barriere commerciali vennero abbattute ovunque e la finanza diventò globale, con le grandi case bancarie che finanziavano qualunque impresa ai quattro angoli del mondo, dalla guerra del Giappone con la Russia, alla colonizzazione dell’Indonesia o Africa alla conquista dei Savoia dell’Italia…
Non a caso, nel periodo 1860-1890 (e volendo si può discutere se estenderlo alla I guerra mondiale) si verificarono tre fenomeni simili a quelli di oggi:
a) un aumento della concentrazione della ricchezza e delle disuguaglianze sociali senza precedenti
b) un esplosione delle migrazioni di decine di milioni di persone che venivano spinte dalla espropriazione improvvisa e violenta delle terre (in Inghilterra dove per un millennio la maggior parte della terra era di uso comune di colpo fu privatizzata espellendo i contadini che non ebbero altra alternativa che migrare)
c) un boom della finanza globale con la creazione di enormi mercati del debito, ad esempio di stato e poi corporate e delle borse. Intorno al 1880 cominciarono a scoppiare scandali finanziari colossali e si verificarono crisi bancarie che crearono anche improvvise depressioni economiche
Adesso la balla è che: È IL PROGRESSO TECNOLOGICO CHE LA IMPONE.
Sono minchiate! Propaganda!
Il punto vero è che ormai è venuto il momento di fare un giubileo del debito.
Senza la cancellazione del debito non se ne esce.
Come più volte anticipato, sono gli avidi che fanno crollare il sistema.
Il pericolo per loro è che “perdano il privilegio del potere di stampare moneta, il potere di creare denaro”.
Che credete? Che la free-energy sia solo una balla?
No, non è una balla, il punto è che chi la inventa è un cretino.
Riesce ad andare oltre nella rappresentazione mentale del conosciuto, inventa un qualcosa che produce energia in modo gratuito e cosa fa?
Lo brevetta, poi cerca di commercializzarlo.
A questo punto, se l’invenzione è clamorosa, cioè se produce energia gratuita, di solito, non trova modo di produrla. Se, però, l’invenzione è “semplice” da riprodurre, intervengono le “leggi”.
Non te la fanno fare. Sono gli “accordi internazionali”, organi come il WTO… Che credete?
Sul petrolio gli USA ci campano, sono i debitori del mondo e campano alle spalle di tutti gli altri!
L’inventore di free-energy, lo fanno fuori fisicamente!
È sempre successo così! Inutile che ricordi i casi come Stan Meyer…
Quindi la globalizzazione è ora in balia del suo fallimento per essere non solo vecchia, ma per essere controevolutiva.
Il pensiero unico!
Se una specie come quella dei Sapiens, pensa, emoziona, desidera, come adesso, per questa specie… è finita|
Di Franco Remondina