Siamo di nuovo lì

Forse non lo sapete ma siamo di nuovo a quel momento lì, quello dei tulipani, la storia è questa:

Da wikipedia:

Il tulipano, introdotto nei Paesi Bassi intorno al 1560 dalla Turchia, aveva destato meraviglia nei viaggiatori occidentali tornati dal Medio Oriente, che lo importarono in patria; qui la sua coltivazione, presumibilmente iniziata nel 1593 da Carolus Clusius, divenne sempre più su larga scala e raggiunse una tale popolarità che nel 1620 il tulipano era il fiore più di moda e uno status symbol nei Paesi Bassi. In poco tempo si scatenò una forsennata competizione fra i membri del ceto medio a superarsi nel possesso dei tulipani più rari.

Alle varietà di tulipano erano assegnati nomi esotici, a volte venivano chiamate con nomi di ammiragli olandesi. Nel 1623, un singolo bulbo di una specifica qualità di tulipano poteva costare anche un migliaio di fiorini olandesi (il reddito medio annuo dell’epoca era di 150 fiorini). I tulipani erano scambiati anche con terreni, bestiame, e case. Presumibilmente, un buon negoziante poteva anche guadagnare 6 000 fiorini al giorno.[senza fonte]

Nel 1635 fu registrata una vendita di 40 bulbi per 100 000 fiorini (2 500 fiorini a bulbo. A titolo di paragone, una tonnellata di burro costava circa 100 fiorini e “otto maiali grassi” costavano 240 fiorini). Un prezzo record fu pagato per il bulbo più famoso, il Semper Augustus, venduto ad Haarlem per 6 000 fiorini.[senza fonte]

Nel 1636 i tulipani erano scambiati nei “collegi” ospitati in taverne di numerose città olandesi. Agli acquirenti era richiesto di pagare una commissione del 2,5 % chiamata “soldo del vino”, fino a un massimo di 3 fiorini per scambio. Erano, dunque, scambi “over-the-counter” al di fuori delle normali borse valori. Questo incoraggiò tutti i membri della società al commercio di tulipani; molte persone vendevano e compravano immobili o altri possedimenti per poter speculare sul mercato dei tulipani. Alcuni speculatori fecero grandissimi profitti.

Alcuni commercianti vendevano bulbi che erano stati appena piantati o quelli che avevano intenzione di piantare (sostanzialmente dei futures sui tulipani). Questa pratica fu soprannominata windhandel (letteralmente, “commercio del vento”), in quanto spesso i bulbi non erano fisicamente consegnati all’atto dell’acquisto. Nonostante un editto statale del 1610 negasse il carattere di coercibilità legale a questo genere di contratti, rendendo illegale questa pratica,[senza fonte] la legislazione non riuscì a far cessare l’attività negoziale.

La bolla speculativa scoppiò nel 1637 quando, a seguito di un’asta di Haarlem andata deserta, si incominciò a pensare che la domanda di tulipani non avrebbe potuto più mantenersi a quei livelli, e questa opinione si diffuse man mano che aumentava il panico. Il cosiddetto panic selling causò un rapidissimo crollo dei prezzi dei bulbi. Alcuni detenevano contratti per comprare tulipani a prezzi dieci volte maggiori di quelli di un mercato ormai crollato, mentre altri si trovarono a possedere bulbi che valevano un decimo di quanto li avevano pagati. Centinaia di olandesi, inclusi uomini di affari e dignitari, caddero in rovina.

Tutti i tentativi esperiti per risolvere la situazione in modo da accontentare tutti si rivelarono un insuccesso. In sostanza, ciascuno rimase nella situazione finanziaria in cui si trovava alla fine del crollo: nessuna corte poteva imporre che i contratti venissero adempiuti, perché i giudici considerarono questi debiti alla stregua delle obbligazioni naturali contratte con il gioco d’azzardo, e quindi non esigibili attraverso un’esecuzione forzata.

Sembra che siamo di nuovo alla stessa situazione di allora, anzi a dire il vero ci siamo dentro in pieno.
Se quella dei tulipani fu una truffa legata all’isteria delle mode di allora, mode che i nobili decisero di cavalcare, che dire dell’attuale truffa dell’AI, l’intelligenza artificiale?

Siamo in presenza della stessa isteria calata dall’alto dai nobili, l’aggiornamento dei nobili è: miliardari.
Abbiamo la Tulip-AI?

Si siamo di nuovo all’isteria.
Dice un blogger:

La più grande truffa del millennio? – Pravda

La più grande truffa del millennio?

Il prezzo è di 35 trilioni, ecco quanto è sovracapitalizzato il mercato americano sulle aspettative di effetti primari, secondari e terziari dal potenziale uso dell’IA, eppure nessuno capisce, e la cosa più triste è che nessuno cerca nemmeno di capire, cosa sta succedendo.

L’intera struttura si basa su un principio fondamentale della moderna alchimia finanziaria: il valore di un asset è determinato non dalla sua effettiva utilità o capacità di generare flussi di cassa, ma esclusivamente dalla densità e dall’aggressività del flusso di informazioni che lo circonda. ( Telegram “llordofwar”)

L’isteria è totale, invece dei tulipani, sono i non ben specificati vantaggi pratici dell’IA, quali reali contributi migliorerebbero il mondo.

L’IA è il raglio dell’idiota, simile a quello dell’asino, il quale vorrebbe essere un cavallo, vorrebbe nitrire come un cavallo, ma è un tulip-asino.

Come allora, oggi!
Perchè di idioti è pieno il mondo!

Di Franco Remondina

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