Speriamo di galleggiare…? Come gli stronzi?

La sindrome occidentale della speranza!
La gente spera…
Non riescono a smettere, è una conclamata malattia, come gli eroinomani, i cocainomani, ci sono gli speranzomani.

Lo speranzomane non vede quel che sta accadendo, spera di vedere altro, spera che non sia quel che c’è.
Lo vedete anche in questo breve video…
A fronte di una affermazione lapidaria di Meluzzi, gli altri “VOGLIONO SPERARE CHE NON SIA COSI”.
Sono competenti in speranzologia, drogati…
Sorrisetto ebete… mica capiscono! Non sono capaci di tirare i fili, anche se ammettono che esista “il privilegio di stabilire cosa sia moneta”, tirano fuori Keynes…
Meluzzi non parla di Keynes, economista inglese, ne parlano gli altri… citano Keynes ma sono incapaci di vedere che “il resto del mondo” lo ha applicato nei fatti.

«Un grado considerevole di specializzazione internazionale è necessario in un mondo razionale in tutti i casi in cui è dettato da ampie differenze di clima, risorse naturali, attitudini native, livello di cultura e densità di popolazione. Ma su una gamma sempre più ampia di prodotti industriali, e forse anche di prodotti agricoli, sono diventato dubbioso che la perdita economica dell’autosufficienza nazionale sia abbastanza grande da superare gli altri vantaggi di portare gradualmente il prodotto e il consumatore nell’ambito della stessa organizzazione nazionale, economica e finanziaria. L’esperienza si accumula per provare che la maggior parte dei processi moderni di produzione di massa possono essere eseguiti nella maggior parte dei paesi e dei climi con un’efficienza quasi uguale.»

Keynes ragionava in modo logico, ma su un mondo dove c’era una convertibilità in oro della moneta, il mondo attuale non è cosi, quindi parlare di Keynes significa andare fuori contesto , Meluzzi parla di Ordine secolare…
“novo ordo seclorum” ovvero la Banca Centrale di proprietà di privati…
Chissà se agli speranzomani arriva il senso di quel che dice Meluzzi, ma io non ci conterei molto, anzi, per nulla!
Infatti la discussione viene rinviata a data da destinarsi…
Si spera in un futuro…
Ma, ripeto: il futuro di “IERI” è oggi…

Di Franco Remondina

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