Astratto
Rapporti aneddotici hanno suggerito un’associazione tra la vaccinazione contro il SARS-CoV-2 e alcuni tipi di cancro, ma non è stata pubblicata alcuna valutazione formale. Questa analisi di coorte a livello di popolazione aveva lo scopo di valutare il rischio di morte per tutte le cause e di ospedalizzazione per cancro in base allo stato di immunizzazione SARS-CoV-2. Utilizzando i dati ufficiali del Sistema Sanitario Nazionale, l’intera popolazione della provincia di Pescara è stata seguita da giugno 2021 (sei mesi dopo la prima vaccinazione) a dicembre 2023. I modelli di Cox sono stati aggiustati per età, sesso, precedente infezione da SARS-CoV-2 e comorbidità selezionate. Dei 296.015 residenti di età compresa tra ≥11 anni, il 16,6% non era vaccinato, l’83,3% ha ricevuto ≥1 dose e il 62,2% ≥3 dosi. Rispetto ai non vaccinati, quelli che hanno ricevuto la dose di ≥1 hanno mostrato una probabilità significativamente più bassa di morte per tutte le cause e una probabilità leggermente più alta di ricovero in ospedale per cancro (HR: 1,23; IC 95%: 1,11-1,37). Quest’ultima associazione era significativa solo tra i soggetti senza precedente infezione da SARS-CoV-2, ed è stata invertita quando il tempo minimo tra la vaccinazione e il ricovero per cancro è stato fissato a 12 mesi. I soggetti che hanno ricevuto la vaccinazione contro il SARS-CoV-2 hanno mostrato una sostanziale riduzione della mortalità per tutte le cause e un rischio di ospedalizzazione per cancro che variava in base allo stato dell’infezione, alla sede del cancro e al tempo minimo di ritardo dopo la vaccinazione. Dato che non è stato possibile quantificare il potenziale impatto del pregiudizio del vaccinato sano e dei fattori confondenti non misurati, questi risultati sono inevitabilmente preliminari. Vedi anche l’abstract grafico (Fig. 1).
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Potete leggerlo, ma una cosa è certa, OGNI DATO E’ SEMPRE “NON VERIFICABILE”.
Le pubblicazioni scientifiche non sono “scientifiche”, sono solo pubblicazioni “interne”, cioè sono e fanno parte di un circuito chiuso.
Ormai la scienza è diventata un club “consensus”, una struttura mafiosa, scimmiottando le strutture che vediamo, abbiamo una massoneria scientifica.
Niente dati e ricerche critiche o ancor peggio “rivoluzionarie”…
Solo report e studi “peer per rewiew”…
CONCETTO DI PEER-REVIEW
Con questo termine (in italiano tradotto in “revisione tra pari”) si intende quel processo attraverso il quale un articolo scientifico sottomesso ad una rivista, viene inviato a dei revisori che, secondo alcuni criteri, danno una loro opinione rispetto alla pubblicabilità o meno, fornendo preziosi consigli agli autori stessi su come poter migliorare il contenuto.
E CHI SONO I REVISORI CHE SI OCCUPANO DELLA PEER-REVIEW?
I revisori che si occupano del processo appena descritto sono generalmente dei clinici e/o ricercatori esperti dell’argomento, del board editoriale della rivista o esterni, che offrono il loro servizio in modo gratuito. I revisori esterni vengono generalmente contattati dalla stessa rivista sulla base delle pubblicazioni effettuate nell’argomento che sarà oggetto di peer-review oppure possono essere in alcuni casi suggeriti dagli autori stessi del manoscritto sottomesso.
Come vedete è una roba del tipo “se la cantano e se la suonano tra di loro”.
Infatti,
Lo studio rileva che le persone che vengono “vaccinate” tendono ad essere più sane, più ricche e più propense a cercare cure preventive.
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Ma se sono sani, perchè dovrebbero essere propensi a cure preventive?
Questo è spesso indicato come il cosiddetto “pregiudizio del vaccinato sano”.
Il vaccinato sano?
Se è così, allora la condizione naturale è quella che nasci già malato?
Insomma, lo studio dice che vaccinandoti hai maggiori probabilità di ammalarti e venire ricoverato, hai maggiore tendenza a sviluppare cancro e tumore, in termini statisticamente significativi e però sei più sano?
Il corto circuito è evidente.
Di Franco Remondina