Uh… Oh…

Che cazzo sta accadendo?

https://www.cdt.ch/news/svizzera/lex-maggiore-azionista-di-credit-suisse-se-ne-andato-del-tutto-310126

L’ex maggiore azionista di Credit Suisse se n’è andato del tutto

Il Financial Times rivela che Harris Associates, società di investimento statunitense, è uscita completamente dall’istituto elvetico – Il vicepresidente David Herro, addirittura, parla di futuro incerto: «Perché investire in qualcosa che brucia capitale?»

Uno degli azionisti più anziani di Credit Suisse ha venduto la totalità delle sue partecipazioni nella banca elvetica, complici gli scandali in cui è stato coinvolto l’istituto, le perdite accumulate e la disaffezione dei clienti per la strategia del management. Così, in estrema sintesi, il Financial Times, il principale quotidiano economico europeo.

L’azionista in questione è il gigante americano Harris Associates. Fino all’anno scorso, Harris deteneva il 10% delle azioni di Credit Suisse. Da allora, la società di investimento basata a Chicago si è ritirata.

Il futuro della banca, a detta del vicepresidente di Harris, David Herro, è incerto. «Ci sono state importanti uscite» ha detto, riferendosi ai 111 miliardi di franchi prelevati dai clienti negli ultimi mesi…

Gli US se ne vanno?
Allora sono davvero guai grossi.

https://nypost.com/2023/03/02/credit-suisse-breach-spills-info-of-high-net-worth-clients/

Ovviamente l’evasore sei tu! Mica sono loro, e il criminale sei tu, i tuoi quattro spicci di stipendio, mica loro…

https://forbes.it/2022/02/21/credit-suisse-scandalo-conti-segreti-nascosti-100-miliardi/

Capite che roba?
E capite che ci sono pure i nomi?

Tra i clienti c’è un miliardario egiziano condannato per avere commissionato l’omicidio dell’ex fidanzata. Poi i figli dell’ex dittatore del Cairo, Hosni Mubarak, e l’ex “padrino” della Borsa di Hong Kong, finito in carcere per corruzione. E ancora un tecnico informatico svedese riconosciuto colpevole di traffico di esseri umani nelle Filippine, un uomo d’affari dello Zimbabwe vicino all’ex dittatore Robert Mugabe e politici corrotti di paesi come Ucraina e Venezuela. In tutto, 18mila conti aperti in Credit Suisse dagli anni ’40 al decennio scorso, riconducibili a 37mila persone e società che hanno nascosto circa 100 miliardi di euro.

A condurre l’inchiesta, ribattezzata Suisse Secrets, è stata l’Organized crime and corruption reporting project (Occrp), consorzio di 47 testate internazionali, tra cui il britannico Guardian, il francese Le Monde e le italiane La Stampa e IrpiMedia. A innescarla sono state informazioni consegnate da un whistleblower, cioè una fonte interna anonima. “Ritengo che le leggi svizzere sul segreto bancario siano immorali”, ha detto la fonte. “Il pretesto di proteggere la riservatezza finanziaria è solo una foglia di fico che copre il ruolo vergognoso delle banche svizzere come collaboratrici degli evasori fiscali”.

I clienti italiani di Credit Suisse e il Vaticano

Nello scandalo sono coinvolti anche 700 clienti italianiSecondo IrpiMedia, i loro nomi, non molto noti, rivelano “uno schema”: sono perlopiù domiciliati o residenti all’estero. A volte per davvero, a volte solo per pagare meno tasse. Molti di loro hanno interessi nei settori petrolifero, minerario e del gaming. Tra i clienti, scrive La Stampa, c’è anche un uomo d’affari sospettato di riciclare i soldi della ‘Ndrangheta, assolto poi nei processi. Le autorità svizzere, rileva il quotidiano, nell’occasione “non hanno cooperato”.

Un conto appartiene poi al Vaticano. È stato utilizzato, scrive il Guardian, “per un sospetto investimento fraudolento in una proprietà londinese”, al centro di “un processo in corso con molti imputati, tra cui un cardinale”. Il Fatto quotidiano scrive che il riferimento è alla vicenda che coinvolge il cardinale Angelo Becciu.

Ma è solo una briciola…
C’è molto di più!
Sembra una lotta tra bande!
Chi ha fatto trapelare tutto questo?
Vedremo, ma una cosa è certa, una volta “rotte” le salvaguardie informatiche, per gli Hacker, russi, bergamaschi, veneziani, cinesi, palermitani, tutto diviene possibile.
L’informatica ha un problema.
Inutile che ve lo dica!

Di Franco Remondina

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