Una involuzione emotiva

Negli scritti dei filosofi antichi c’era qualcosa di assolutamente dissimile da quello che c’è oggi, c’è una capacità di astrazione completa che oggi non c’è.
E’ che oggi i filosofi sono vincolati dalla visibilità, dal “consensus”, cioè, se non scrivi quello che il sistema vuole, non appari.
Inoltre i filosofi di oggi si nascondono dietro la semantica, dietro la terminologia lessicale complicata essendo di fatto capaci di usare la logica su cose indimostrabili e false.
E’ accaduto che venisse alla luce una giustificazione involutiva, da cui gli antichi filosofi avevano invece preso le distanze, quella riguardante l’avidità e la cupidigia.
I filosofi antichi vedevano il perseguimento della dipendenza dalla ricchezza come il principale corruttore e distruttore della società!
Il denominatore comune nei drammi di Aristofane, in Socrate e nei dialoghi di Platone, era sostanzialmente una specie di cosa politicamente corretta da fare, dire che l’avidità è un male e che non bisognava avere dipendenza dalla ricchezza.
Negli scorsi anni 80 fu Hollywood a rompere gli indugi con un film

https://it.wikipedia.org/wiki/Gordon_Gekko

Fu il “benservito” a Aristotele, Platone, Socrate, alle commedie di Arsitofane, il personaggio di quel film, Gordon Gekko declamava la nuova filosofia:
“Il punto è, onorevoli colleghi, che l’avidità – per mancanza di una parola migliore – è buona. L’avidità ha ragione. L’avidità funziona. L’avidità chiarisce, taglia e cattura l’essenza dello spirito evolutivo. L’avidità, in tutte le sue forme – l’avidità per la vita, per i soldi, per l’amore, la conoscenza – ha segnato l’ascesa ascendente dell’umanità. E l’avidità – sottolineate le mie parole – non solo salverà Teldar Paper ma quell’altra società malfunzionante chiamata USA “. Gordon Gekko

Ma questa filosofia che ha permeato la società da allora, ha dimostrato che i filosofi antichi erano molto più moderni dei filosofi attuali.
La loro comprensione della  teoria economica era molto più sofisticata di quella che si ha oggi, includeva la conoscenza dello stato emotivo dell’individuo e le pulsioni che in esso avvenivano.
Ma oltre a questo, era chiaro a quei filosofi quel che era già chiaro ai babilonesi.
Essi avevano un modello matematico che era di gran lunga superiore a qualsiasi modello matematico utilizzato oggi nel mondo occidentale. Era un modello molto semplice e permetteva di calcolare in quanto tempo un debito raddoppia. Qualsiasi debito, debito fruttifero, ha un tempo di raddoppio.
I babilonesi sapevano che la matematica del debito è diversa dalla matematica che descrive l’economia della produzione e del consumo.  Sapevano che il debito cresce in modo esponenziale e inesorabile al di sopra della capacità di crescita dell’economia reale. 
Per cui ammonivano rispetto alle conseguenze, suggerivano che il solo compito di un governante è quello di ristabilire l’ordine riportando i debiti in linea con la capacità di pagare.

Per capire la differenza implicata tra il denaro e qualsiasi altra merce, basta pensare alla differenza col cibo, se hai dieci milioni di bistecche da mangiare, dopo un po’ cominci ad avere nausea della bistecca, ma se hai dieci milioni di dollari, allora ne vorrai cento, mille…
La ricchezza crea dipendenza e cupidigia.

Sfortunatamente questa cupidigia ha permeato tutta la società ad ogni livello.
Ma questo produce una società morta!
Gordon Gekko aveva e ha avuto torto, ma i danni alla società sono oltre ogni immaginazione.
L’Homo avidus-avidus è destinato a estinguersi, anzi peggio, a impazzire!

Di Franco Remondina

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