Una spiegazione illustrata!

https://sfero.me/article/proteina-spike-fatti-misfatti

Ne riporto un passo saliente:

Il “vaccino” simula il COVID-19. Ciò discende dalla teoria, dipende dalla struttura proteica della Spike espressa sulla membrana delle cellule transfettate e spiega la grande varietà dei sintomi che si possono presentare dopo gli inoculi in diverse persone. La patologia dipende dalla struttura della proteina, dalla sequenza mRNA che i cinesi ci hanno offerto. Dipende in quali organi vanno a finire le nanoparticelle, oltre che nel muscolo come sostenuto dai produttori e dai sostenitori ad oltranza. Si tratta di un problema insolubile e gravissimo, che nessuna censura dell’informazione può rimediare, nessun green pass può evitare, nessun ministro o generale può ignorare, nessun giudice cui si rivolgesse un danneggiato può trascurare. 

In estrema sintesi, i capitoli della “patologia generale” del vaccino sono tre (Figura 7): 

1) CITOTOSSICITA’: Le difese biologiche attaccano le cellule che producono le Spike e le uccidono (citotossicità), cosa che causa difetti funzionali negli organi colpiti e conseguenze di infiammazione locale e sistemica; questo aspetto è analogo a quanto si è visto sopra per i vaccini “convenzionali” (Figura 3), ma è aggravato dal fatto che le Spike possono entrare in tante cellule diverse, non solo nelle cellule del sistema immunitario. Inoltre, le “omologie” tra la proteina Spike e le proteine umane sono molto maggiori rispetto ad altri virus e batteri, per cui l’autoimmunità è più probabile.

2) TROMBOSI E INFIAMMAZIONE: Le proteine Spike interagiscono con recettori di altre cellule (piastrine e cellule dell’immunità innata) e attivano i sistemi di trasduzione del segnale (Figura 8) STIMOLANDO le risposte funzionali di tali cellule, tra cui la aggregazione delle piastrine , la trombosi e la risposta iper-infiammatoria. 

Cosa fanno le Spike
Figura 8. Effetti diretti e non voluti delle proteine Spike

3) DISTURBI VASCOLARI E DELLA PRESSIONE: Le spike attaccano i recettori ACE2 (che si trovano sulle cellule ma anche nel plasma) che hanno anche una attività enzimatica importantissima perché regola la pressione del sangue, e pure il sistema delle chinine (mediatori del dolore e della essudazione). Per questo ultimo aspetto si veda il lavoro citato in figura 9 e che è stato riportato in versione italiana nel canale SFERO dell’autore.

Renina-Angiotensina e Spike
Figura 9. Perturbazioni del sistema renina-angiotensina indotte dalla Spike

In conclusione, la questione delle funzioni della proteina Spike ha aperto un nuovo capitolo della virologia clinica, tanto che la malattia all’inizio non fu capita proprio perché fu sottovalutato l’effetto sistemico dei virus e le conseguenze sulla coagulazione del sangue e pure sul sistema renina-angiotensina-chinine. Allo stesso modo, si è aperto un nuovo capitolo della vaccinologia (Figura 10, schema aggiunto in alto), in gran parte inatteso per gli stessi inventori dei “vaccini” e che sarebbe bene venisse conosciuto e approfondito prima possibile, perché le situazioni patologiche descritte hanno un impatto enorme sulla valutazione dei rischi vaccinali. Inoltre, il riconoscimento del problema piuttosto che la sua censura avrebbe delle positive ricadute anche nella possibilità di prevenire i danni da vaccino (identificando meglio i soggetti a rischio) ed eventualmente curarli al meglio e tempestivamente.

Semplificando, i soggetti a rischio della maggiore reazione al vaccino sono gli allergici alle sue componenti, coloro che sono affetti da altre malattie infettive nello stesso tempo (compreso il COVID-19), coloro che sono guariti dalla malattia naturale, più coloro che sono geneticamente a rischio di COVID-19 grave. Si conoscono già varie condizioni genetiche di alterazioni delle citochine, cioè delle reazioni infiammatorie. Lo studio di associazione a livello di genoma (GWAS) mira a identificare varianti genetiche (genotipo)  associate a tratti specifici (fenotipo). Il problema dovrebbe essere affrontato scientificamente e oggettivamente. Bisognerebbe censire VERAMENTE coloro che hanno avuto una reazione grave al vaccino (facendo dei prelievi di sangue o cellule in caso di decesso e anche la valutazione del genoma, soprattutto in soggetti che non avevano altri fattori di rischio identificabili altrimenti) e valutare retrospettivamente le caratteristiche che hanno in comune. In tal modo emergerebbero i fattori di rischio più consistenti.

Nuova vaccinologia
Figura 10. La vaccinologia riveduta e corretta dopo il COVID-19

Di Franco Remondina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *