Una strategia densa di errori

Retrospettivamente parlando la sequenza di errori compiuti dagli US è enorme, potevano essere un polo di civiltà invece che un Impero barbarico.
Visto retrospettivamente, quel momento, ha decretato la fine di una America e la nascita di un altra nazione.
Tutto è avvenuto durante la presidenza di Ronald Reagan, negli anni 80 del 1900…
Fu l’amministrazione Reagan che aumentò il budget del Pentagono da 134 miliardi di dollari a oltre 300 miliardi in due mandati.
Non c’era ragione di aumentare cosi tanto il budget, era impossibile che i rapporti di intelligence non vedessero che l’URSS stava implodendo per effetto interno, cioè dimostrando che la gestione centralizzata dello stato, nel comunismo, aveva fallito.
Per cui, lo sapevano!
E la scelta di Reagan di più che raddoppiare il budget era fatta proprio perchè lo sapevano.
Una scelta di questo genere significava una sola cosa, l’America diventava un Impero mondiale!
Il guaio vero era la modalità con cui intendeva diventarlo, cioè attraverso il potere delle armi.
Poteva diventare un impero economico, ma hanno scelto il lato militare.
Nel 1989, il Muro di Berlino cadde, l’Urss lasciò liberi da interferenze i paesi del Blocco di Varsavia e in due anni collassò.
Naturalmente se ci fosse stata una impostazione diversa, il Presidente di allora Bush, avrebbe dovuto fare una visita ufficiale in Germania e dichiarare che la Guerra Fredda era finita e questo dimostrava incontrovertibilmente che il comunismo era fallito da sè.
Era il momento di richiamare in patria i soldati USA di stanza in Germania e richiamare anche i soldato americani da ogni altra base nel mondo.
Era il momento di tagliare le spese per il Pentagono che erano spese a detrimento della nazione americana e costruire strade, ferrovie e porti e ospedali e in generale dare un impulso ancora maggiore all’economia di produzione USA.
Ma Bush era un venduto, non era uno statista, era un imperialista.
Riceveva troppi soldi dalla lobby guerrafondaia del Partito di Washington…
Nel 1991 optando non per la pace ma per la guerra e il petrolio nel Golfo Persico, Washington apri’ un inutile confronto con l’Islam che alimentò l’ascesa del terrorismo jihadista e in generale dichiarò guerra agli arabi.
Non c’era alcuna minaccia plausibile da nessuna parte sul pianeta per la sicurezza e l’incolumità dei cittadini americani quando la Guerra Fredda finì e il PIL della Cina era ancora più piccolo di quello della Russia.
Era la più grande opportunità per la pace globale in quasi un secolo, ma Bush, su consiglio dei suoi esperti, diede il via alla guerra nel Golfo Persico.
I fanatici della “sicurezza nazionale”, i neocon che avevano ingannato Ronald Reagan in un massiccio rafforzamento militare per contrastare quella che sostenevano essere un’Unione Sovietica in ascesa decisa e con la capacità di vincere la guerra, anche adesso avevano vinto.

La struttura e la dottrina del “cambio di regime” diventava la nuova Bibbia delle amministrazioni US e veniva invocata in nome dell’interesse nazionale contro ogni stato, definito “tirannia”, del Medio Oriente.
L’impero americano continua a perseguitare il pianeta alla ricerca di nuovi mostri da distruggere, attualmente l’Ucraina orientale e meridionale di lingua russa che sono del tutto irrilevanti per la pace e la sicurezza dell’America.

Inutile dire che dopo il 1989 ci sono state guerre ovunque dalla Serbia all’Afghanistan, dalla Siria alla Libia, rivoluzioni colorate ovunque e attentati dappertutto.
E il Partito della Guerra di Washington a dettare la scaletta.
In questi 32 anni il Partito della guerra ha deindustrializzato gli US, ha reso miserabili le condizioni di vita di milioni di suoi stessi concittadini, h reso poveri interi paesi e regioni, ma una cosa non gli è riuscita, conquistare il mondo.
E non gli riuscirà!
Sarebbe stato facile nell’ altro modo, il modo economico.
Con quello avevano vinto, bastava sciogliere la Nato, rimandare a casa un esercito di 1,5 milioni di soldati, diventare la locomotiva industriale del mondo e esportare benessere.
Invece hanno deciso di esportare il controllo militare.
Risultato? Una nazione senza altro valore che la minaccia di bombardare, uccidere e depredare ogni bene altrui.
Un impero del male!
E che non è nell’interesse del mondo intero!

Di Franco Remondina

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