VEAGENZA

In un post di Maurizio Blondet, questo: https://www.rischiocalcolato.it/2017/09/credere-ai-veggenti-oppure-ai-non-vedenti.html, c’è questa citazione di Caterina Emmerich, risalenti al 1820:“Vidi una strana chiesa che veniva costruita contro ogni regola… Non c’erano angeli a vigilare sulle operazioni di costruzione. In quella chiesa non c’era niente che venisse dall’alto… C’erano solo divisioni e caos. Si tratta  di una chiesa di umana creazione, che segue l’ultima moda..  Stavano costruendo una Chiesa grande, strana, e stravagante. Tutti dovevano essere ammessi in essa per essere uniti ed avere uguali diritti: evangelici, cattolici e sette di ogni denominazione. Cosi doveva essere la nuova Chiesa… Ma Dio aveva altri progetti».

Più altre pre-visioni di un monaco, Paisios, tutte riguardanti la nostra epoca.

E’ una questione intrinsecamente attuale? Oppure è solo intrinsecamente sbagliata? In altre parole i veggenti “veggono”? E nel caso la risposta sia “si”, cosa “veggono”?

La risposta è questa: vedono un futuro possibile all’interno di un transfert!

Non è l’unico futuro possibile, tuttavia quel futuro, visto dal veggente, appare al veggente, come l’unico futuro possibile. Che sia monaco, santo, illuminato o altro, il futuro è quel che il suo orientamento di coscienza gli permette. Santo in cosa? Illuminato in cosa?

La pre-monizione è una facoltà di ogni coscienza, solo che, ammantata delle camicie di forza dell’incomprensione, essa diviene super-naturale. Il rapporto della coscienza individuale con il “Tutto ciò che è”, è sempre stato miscompreso, ma di brutto. I veggenti “veggono”, ma lo stato di coscienza che gli permette la pre-monizione, non permette altro, cioè, il veggente non può alterare in alcun modo la veggenza.

Questa “veggenza” è solo una testimonianza e rimane vera fino a che qualcuno non si alzi a contestarne la verità.

Naturalmente, non è semplice contestare una tale verità, il veggente la ottiene in uno stato di alterazione del ritmo di movimento della propria coscienza e per effettuare la contestazione, bisogna che il contestatore muova anch’egli la propria coscienza in maniera similare.

Tale capacità viene acquisita attraverso la comprensione di come stiano veramente le cose, in altre parole, bisogna che chi contesta, abbia un paradigma mentale-emotivo-cognitivo più evolvente rispetto al veggente.

Il nuovo tipo di veggenza che la consapevolezza tende a preferire è quello della “Veaggenza”, ovvero, se i veggenti sono testimoni della sofferenza e della morte, il “Veagente” è proprio l’opposto e ha capacità d’azione per consegnare all’umanità una testimonianza diversa, basata sulla gioia e sulla Vita.

Blondet ha questa scimmia sulla spalla, è una vita che  aspetta l’armageddon dei veggenti ebrei, o di qualsiasi altro veggente che la profetizzi. Ne risentono i suoi articoli, i suoi libri, lui stesso. E’ uno che se lo leggi, ti proietta addosso un senso di inermità… Immagino stia osservando sè stesso da quell’angolazione.

Peccato… uno che è un “privilegiato cognitivo”, in un mondo di stupidi, deve celebrare il privilegio che gli appartiene, deve diventare un driver di un mondo diverso, di un diverso livello di esperienza, non “testimoniare il dolore, la sofferenza, la colpa e la morte”.

E’ venuto qui per divenire “Veagente”, non pusillanime, innocente, non colpevole! Non ce la fai Maurizio?

Pazienza,  a facciamo noi, testimoniamo e VEAGIAMO in modo tale da togliere da quel futuro dei veggenti, tutta l’umanità!

DIO E’ L’UNICO POTERE!

Di Franco Remondina

2 risposte a “VEAGENZA”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *