Volevo ben dire: NON VENIAMO DALL’AFRICA!

Una ulteriore balla colossale, dopo : il problema è il debito pubblico, dopo “siamo andati sulla Luna”, dopo “le torri gemelle colpite da 747”, dopo “L’immigrazione non si può fermare”, adesso c’è questa cosa: i miei antenati sono neri, anzi gli antenati di tutti sono neri.

NON HO ANTENATI NERI! E NON PROVENIAMO DALL’AFRICA.

La teoria “dell’Out of Africa” è stata ufficialmente smentita

Tradotto dall’articolo di ATLANTEAN GARDENS

Che le prove scientifiche smentiscano la teoria dell’umanità moderna (e) la sua discendenza dall’Africa è di conoscenza comune tra coloro che hanno familiarità con le più recenti pubblicazioni scientifiche sul genoma umano, sul DNA mitocondriale, e sul cromosoma Y. In modo deprecabile, all’interno delle riviste mainstream e dei circoli accademici, sembra esserci un cospicuo – e ci azzardiamo a dire – deliberato vacuum quando si tratta di riportare le notizie di questi recenti studi e delle loro ovvie implicazioni.

Lo storico australiano Greg Jefferys spiega che, “tutto il mito ‘dell’Out of Africa’ ha le sue radici nella campagna accademica ufficiale negli anni 90 di rimuovere il concetto della razza. Quando mi sono laureato tutti loro passavano un sacco di tempo sui fatti ‘dell’Out of Africa’ ma sono stati totalmente smentiti dalla genetica. (Le pubblicazioni) a larga diffusione la mantengono ancora.”

È iniziata nei primi anni 90. E gli accademici maggiormente responsabili per la cementificazione sia della teoria ‘dell’Out of Africa’ che della complementare comune origine ancestrale dalla madre Africa – che gli diedero il nome di “Eva” – negli agoni pubblici e in quasi tutti i curricula erano il professor Allan C.

Wilson e Rebecca L. Cann. (il cognome ebraico è del marito, apparentemente si è laureata in una scuola privata cattolica, il che fa intendere che possa essere una gentile, tuttavia non si hanno notizie sul suo precedente cognome ndt)

A loro difesa, (va detto che) gli autori di questa pubblicazione erano totalmente consapevoli che la genealogia non è in ogni caso collegata alla geografia, e che il loro piazzamento di Eva in Africa era una supposizione, e non fu mai un’asserzione.

Un saggio davvero recente sul cromosoma Y pubblicato nel 2012, (Re-examing the “Out of Africa” theory and the origin of europoids (caucasians) in the light of DNA genealogy scritto da Anatole A. Klyosov e Igor L. Rozhanski) conferma solamente la negazione di una qualsiasi discendenza africana nei non africani, e supporta fortemente l’esistenza di un “antenato comune” che “non starebbe necessariamente in Africa. Infatti, non fu mai provato che era vissuto in Africa.”

Al centro dei risultati di questo esteso esame sugli aplogruppi (7,556) c’era l’assenza di un qualsiasi gene africano. Perciò a mancare era la campionatura di geni di tipo africano, i ricercatori affermarono nella loro introduzione che, “la scoperta che gli

aplogruppi europoidi non discendono dagli aplogruppi ‘africani’ A o B è supportata dal fatto che i portatori di (quelli) europoidi, così come tutti i gruppi non africani non possiedono nemmeno quelli di tipo SNI, M91, P97, M31, P82, M23, M114, P262”.

Con gli aplogruppi non presenti di ogni gene africano e con l’assenza di dozzine di marcatori genetici africani è molto difficile, pressoché impossibile sostenere un legame qualsiasi con l’Africa. I ricercatori sono inflessibili sul fatto che il loro studio esteso “offre la prova per riesaminare la validità del concetto dell’Out of Africa”.

Loro non vedono nessuna prova genetica che dia fondamento ad un predecessore africano nell’albero dell’homo sapiens, e sostengono che “un’interpretazione molto più plausibile potrebbe essere che entrambi gli africani e i non africani discendano separatamente da un antenato comune più antico, formando perciò un bivio proverbiale”.

Noi consideriamo l’affermazione di una “più plausibile spiegazione” come un grande eufemismo, dato che non c’è assolutamente niente

di plausibile che (il DNA) africano spunti fuori nelle provette da laboratorio. Infatti i ricercatori, hanno rimarcato della (sua) continua assenza dichiarando “nessun partecipante non africano tra più di 400 individui nel progetto è risultato positivo a ciascuna delle tredici subclade ‘africane’ di aplogruppo A”. L’unica incertezza che resta sta nell’identità di questo “comune antenato

Le accuse infondate di razzismo sono diventate comuni dato che la predominante ipotesi afrocentrica viene costantemente confutata dalla crescente montagna di fatti scientifici contrastanti, in special modo nel crescente campo della genetica. più antico”. La sola cosa che può essere dichiarata con sicurezza è che l’antenato del genere umano non si trova in Africa.

Le accuse infondate di razzismo sono diventate comuni dato che la predominante ipotesi afrocentrica viene costantemente confutata dalla crescente montagna di fatti scientifici contrastanti, in special modo nel crescente campo della genetica.

È ora un fatto scientificamente inconfutabile che le “specie umane” sono state scoperte contenenti una quantità sostanziale di DNA (almeno il 20%) da altre popolazioni di ominidi non classificate come homo sapiens; come il neanderthal, il denisovan, l’africano arcaico, l’homo erectus, e adesso potenzialmente anche lo Hobbit. (l’homo florensiensis).

Se non vengono date delle droghe per prevenire la mortalità infantile, il corpo incinta di una rhetus negativa madre (tipo di farfalla ndt) attaccherà, tenterà di rigettare, e perfino di uccidere la sua stessa prole se proviene da un maschio rhetus positivo.

Il cane addomesticato (canis lupus familiaris) è una sottospecie del lupo grigio (canis lupus), ed essi producono ibridi.

Ci sono anche numerosi altri esempi in cui due specie distinte (ad esempio con differenti numeri di cromosomi) possano anche produrre una prole che possa generare della vita. Nonostante ciò sono considerate specie separate. Detto ciò, l’umanità si è mostrata essere, geneticamente parlando, un ibrido di specie che non condividono lo stesso antenato cacciatore – raccoglitore dall’Africa.

Un recente catalogo delle sequenze di un genoma antico suggerisce che la mescolanza avvenne tra i membri di diversi antichi gruppi umanoidi

più di 30,000 anni fa, incluso un antenato umano non ancora conosciuto. “C’erano molte popolazioni di ominidi,” dice Mark Thomas genetista evoluzionista al college universitario di Londra.

Dei recenti studi genetici stanno proponendo delle scioccanti prospettive su quanto anticamente gli esseri umani ‘si siano mischiati in modo esteso’ e si siano soffermati sul sesso inter-specie e interrazziale con molte misteriose sub-razze in un mondo in stile ‘signore degli anelli’ con delle creature differenti, incluso un DNA misterioso – né umano, né neanderthaliano, non ancora identificato.

1 Nota: traduzione prima immagine

Genetisti russi smentiscono la pretesa “dell’Out of Africa”

Un critico dato di misurazione che è emerso ha sconfessato il concetto “dell’Out of Africa”, nessun partecipante non africano su più di 400 individui nel progetto sono risultati positivi ad ognuna delle tredici subclade africane.

Riesaminando la teoria “dell’Out of Africa” e l’origine degli europoidi (caucasoidi) alla luce della genealogia del DNA. Settemilacinquecentocinquantasei (7556) aplotipi su 46 subcladi in 17 aplogruppi maggiori sono stati stimati, e la scoperta è stata che gli aplogruppi europoidi non discendono dagli aplogruppi A o B africani (ed essa) è supportata dal fatto che i portatori degli aplogruppi europoidi, esattamente come tutti (gli altri) aplogruppi non africani non conservano né l’SNP, M91, P97, M31, P82, M23, M114, P262, M32, M59, P289, P291, P102, M13, M171, M118 (dell’aplogruppo A e delle sue subcladi NSP) o dell’M60, M181, P 90 (dell’aplogruppo B). (1)

1) Klyosov A. & Rozhanskii, I. (2012). Re-examining the “Out of Africa” theory and the origins of europoids (causasoids) in light of DNA genealogy. Advances in antropology 2, 80-86.

2 Nota: traduzione seconda immagine

Gli scienziati affermano che il DNA del Cro Magnon è totalmente moderno

Una sequenza di DNA Cro-Magnon vecchia di 28,000 anni è stata ricavata da delle ossa fossilizzate scoperte nella grotta Paglicci, in Italia. (uno dei luoghi archeologici più importanti d’Italia a Rignano Garganico in provincia di Foggia, Puglia ndt) I risultati mostrano che il DNA è identico alle sequenze di alcuni europei moderni. La sequenza di DNA è rimasta statica e immutata per oltre 28,000 anni. Ciò significa che il Cro-Magnon era totalmente un individuo moderno che aveva forse una capacità cranica maggiore. (1)

Riesaminando la teoria “dell’Out of Africa” e l’origine degli europoidi (caucasoidi) alla luce della genealogia del DNA. Settemilacinquecentocinquantasei (7556) aplotipi su 46 subcladi

n 17 aplogruppi maggiori sono stati stimati, e la scoperta è stata che gli aplogruppi europoidi non discendono dagli aplogruppi A o B africani (ed essa) è supportata dal fatto che i portatori degli aplogruppi europoidi, esattamente come tutti (gli altri) aplogruppi non africani non conservano né l’SNP, M91, P97, M31, P82, M23, M114, P262, M32, M59, P289, P291, P102, M13, M171, M118 (dell’aplogruppo A e delle sue subcladi NSP) o dell’M60, M181, P 90 (dell’aplogruppo B). (2)

1) Caramelli D. Milani L., Val S, Modi A, Pecchioli E, et at (2008) a 28,000 old Cro-Magnon mDNA sequence differs from all potentially contaminating modern sequences. PloS ONE

A questo punto capite bene che ci stanno ingannando su tutto!

Di Franco Remondina

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