JFK…
Di Franco Remondina (dodicesima.com)
Nella lunga storia del mondo, solo a poche generazioni è stato garantito il ruolo di difendere la libertà nell’ora del massimo pericolo. Non mi sottraggo a questa responsabilità, anzi, le do il benvenuto. Non credo che qualcuno di noi cambierebbe il suo posto con un altro popolo o con un’altra generazione. L’energia, la fede, la dedizione che porteremo in questo sforzo illuminerà il nostro paese e chi lo serve, e la luce di questo fuoco può davvero illuminare il mondo.
Dunque, miei concittadini americani, non chiedete cosa il vostro paese può fare per voi, chiedete cosa potete fare voi per il vostro paese.
Concittadini del mondo, non chiedete cosa l’America può fare per voi, ma cosa possiamo fare, insieme, per la libertà dell’uomo.
Infine, che siate cittadini americani o cittadini del mondo, chiedete a noi gli stessi livelli elevati di forza e di sacrificio che noi chiediamo a voi. Con la coscienza pulita come unico premio, con la storia come giudice finale dei nostri atti, continuiamo a guidare la terra che amiamo, chiedendo a Dio la sua benedizione e il suo aiuto, ma consapevoli che qui sulla Terra il progetto di Dio deve essere anche il nostro.”
Minchia Johnny… il risultato di non chiedere, ha portato a non ottenere?
Già, non chiedete, non domandate… Che ci abbia rimesso la pelle, è il risultato di quanto ci capisse. La mia posizione su Kennedy è molto critica, non lo vedo certo come esempio… Il Vietnam, la Baia dei Porci… l’assoluta insipienza riguardo al welfare… Certo, ci sono i “green bucks”, i certificati del tesoro a valore legale, ma non era un vero comprendere il trucco del denaro, il potere della Fed, delle banche, era solo un dilettante allo sbaraglio, condito da concetti che non era in grado di rendere veri. I “green bucks”, era la scorciatoia per una amministrazione, quella americana che essendo legata allora alla convertibilità in oro del dollaro, già mostrava la sua disonestà stampandone più di quel che potesse.
Perché vi racconto questo? Perché in USA quella storia del non fare domande, ha rotto le palle! Sono le presidenziali il top del momento, dell’anno.
L’abbronzato se ne va, per legge, non può essere rieletto per legge. È un peccato perché questo ci impedisce di sapere se l’america lo voterebbe ancora. I candidati sono tre: Hilary Clinton, Sanders e Trump.
Hilary, con quella faccia poco ilare, pare essere la favorita dai media, dei burocrati e di Wall Street, nonché da quel parastato fatto di ebrei, anzi di giudei che ha causato tutte le rivoluzioni colorate esportate dagli Usa negli ultimi 25 anni.
Trump è il Berlusconi d’america, solo che ha le palle, è alto e ha i capelli.
Sanders è la risposta “truccata”…
Ha la fiducia dei giovani… 3,7 milioni di sostenitori che si tassano mediamente per 27 dollari… Giudeo pure lui!
In USA, non esistono gli americani e basta? Si devono far governare da ebrei-giudei? Lo dico perché essi stessi sono la rappresentazione dell’1% della popolazione, mica perché ce l’abbia con loro, solo che pensandoci si coglie l’anomalia….
Per cui parafrasando Kennedy , mi chiedevo, anzi, se lo dovrebbe chiedere ogni americano:
Non chiedersi cosa può fare il mio paese per me ha prodotto quel che vediamo, possiamo ricominciare a chiedere che paese vogliamo?
Se lo chiedono, forse qualche risposta arriva.
Di Franco Remondina