FAMILY DAY E DINTORNI
Di Franco Remondina (dodicesima.com)
Cirinnà… chi era costui? Come don Abbondio nei Promessi Sposi…
“Carneade! Chi era costui?” ruminava [pensava] tra sé don Abbondio seduto sul suo seggiolone, in una stanza del piano superiore, con un libricciolo [con un piccolo libro] aperto davanti, quando Perpetua entrò a portargli l’imbasciata [la notizia che Tonio voleva essere ricevuto per restituire il suo debito]. “Carneade! questo nome mi par bene d’averlo letto o sentito; doveva essere un uomo di studio, un letteratone del tempo antico: è un nome di quelli; ma chi diavolo era costui?”. Tanto il pover’uomo era lontano da prevedere che burrasca gli si addensasse sul capo [che cosa stava per succedere]!
Così il Don Rodrigo di turno, incarica i tanti Don Abbondio di eseguire gli ordini e promulgare per decreto un “allargamento di concetto” sociale, ma:
Quanto è grande la forza di una credenza?
Quanta forza è necessaria per cambiarla?
La componente “abitudine mentale” è sostituibile?
Le tre domande sono l’incipit necessario per comprendere la strategia applicata dal “sistema”, versus voi.
Ieri c’è stato il “Family day”… Un successo? No, un insuccesso mentale clamoroso! Due milioni in piazza, sono un insuccesso? Sono una sconfitta, il che è diverso.
Una vittoria clamorosa del “sistema”.
Ha costretto due milioni di persone a prendere atto che la loro abitudine mentale è posta in seria difficoltà, da una sua costrizione.
Quanti sono i gay, o le lesbiche, in termini percentuali? Il 2%, l’1%?
Notate niente? L’1% dei ricchi, l’1% della popolazione è massone, l’1% è di successo etc.
Il fatto stesso che si sia usato l’inglese per definire l’evento la dice lunga sulla confusione che si è creata.
Cos’è? Il “giorno della famiglia”, non era adeguato? Già, non lo era!
Se l’avessero chiamato “il giorno della Famiglia” sarebbe emersa l’enormità storica dell’assurda pretesa accampata da gay e lesbiche di cambiare di significato ad una tradizione mentale.
La tutela della famiglia è nella storia mentale di ogni persona, inutile che vengano due gay a dirmi che loro formano una famiglia, il mio confronto mentale storico li porta a considerare una “coppia”, ma mai una famiglia.
La forza della ripetizione, che il sistema mette in campo, con dibattiti, con spot, cinematografia, copertine, attori cinematografici, è insufficiente per vincere la memoria mentale.
Ripeto: l’abbellimento lessicale, può ingannare l’interpretazione della persona per un po’, ma la memoria storica, associa le cose diversamente.
La benzina verde, è sempre benzina e anche se è verde brucia come un qualsiasi idrocarburo non verde.
Ora, il tema è questo: esistono due tipi di famiglia?
No, la famiglia è una e una sola, l’arroganza con cui i gay e le lesbiche vogliono depredare il 99% dei non gay e non lesbiche, della definizione classica di famiglia è in realtà la loro debolezza.
E’ l’abitudine mentale il problema.
Vogliono farsi una famiglia? Non si può, mentalmente!
Leggo un titolo: “Family Day: cronaca di una piazza (piena) con poche idee”, di tal Giuseppe Feyles… Ridicolo!
Non servono le “idee”, la “Famiglia”, non è una idea, è una constatazione pratica, una consuetudine sociale, una abitudine mentale e non ultimo una componente “naturale” di specie.
Giuseppe Feyles che cazzo ne sa di idee? I suoi sono pensieri triti e ritriti, sospetto faccia il tifo per il concetto che il “sistema” cerca di allargare.
Comunque… per dirla fino in fondo, se vogliono allargare il concetto di “famiglia” i gay e le lesbiche una possibilità ce l’hanno: rompere un limite.
Esiste un fenomeno, la partenogenesi, invece di urlarci la loro rabbia mentale, come un capriccio, vedano di rompere il limite mentale e si facciano per “partenogenesi” tutti i figli che vogliono.
Non sono capaci?
Azz… colpa nostra…
Di Franco Remondina