Di Franco Remondina (dodicesima.com)
Si, interessante… Per quelli che non sanno dell’uso che certe agenzie fanno dell’ipnosi, può apparire rivelatorio leggere del Tavistok Institute, o di progetti del genere MK-ultra o similari, ma è il taglio giornalistico, l’impostazione precipua degli articoli, che è funzionale a questi progetti.
Insomma, sono stufo di leggere che tutti questi istituti sanno come condizionare la gente e trovano “complici inconsapevoli” anche in quelli che ne vengono a conoscenza e cercano di avvertire, di fare informazione.
Informare non basta, è la qualità dell’informazione ciò che conta!
L’informazione tout court, fine a sè stessa, è il male maggiore.
Perché? (Notate l’uso del “perché”)
Per la semplice constatazione che essendo rivolta a tutti, senza distinzioni, viene recepita da tutti in maniera individuale, cioè ognuno la recepisce e la paragona con il “suo proprio” bagaglio di esperienza-comprensione.
Non si sa cosa ognuno capisca e come la incastri nelle sue correlazioni…
L’informazione è una cosa strana, più tende a essere generale, più diventa ipnotica.
Mi spiego.
Supponiamo che dia delle indicazioni su dove sia il Colosseo…
Se fornisco una sola indicazione per tutti, per esempio: “Il Colosseo si trova 500 Km a sud-ovest!”
Che accade? Che le persone che vivono nella mia zona, troveranno tutte il Colosseo, ma quelli di Napoli troveranno, se va bene, la Valle dei Re in Sicilia e chiameranno Colosseo quella. Incontrando uno di Napoli a Parigi, mi descriverà un Colosseo diverso da quello che ho visto io.
Questo ingenererà in me o in lui, una sorta di ipnosi da confusione.
Ecco quel che manca: una modalità dubitativa nei confronti dell’autorità.
Così, anche giornalisti “alternativi” con grande cultura e capacità di comprensione, mancano di questa modalità e tracciano con i loro articoli delle indicazioni che “certificano” e rendono vero, inevitabile, ineluttabile il “potere occulto” che affermano di voler dis-occultare.
Capisco, ci sono questi che sfruttano la psichiatria, l’ipnosi, la fascinazione, per opprimerci, quindi? Ecco, oltre alla disperazione, questi autori, questi ricercatori-divulgatori, non sanno andare…
Meglio non leggerli a questo punto!
Se devi leggere delle notizie che ti fanno sentire inutile, senza possibilità, debole, indifeso, allora è meglio non sapere nulla.
A mio parere invece, oltre all’informazione deve esserci anche l’antidoto. Evito il punto esclamativo, perché è autoevidenziato dalla frase.
Quale è l’antidoto alla paura?
Vi racconto un aneddoto di questi giorni: mi chiama un signore che non conosco… Ha avuto il numero da una sua conoscente, sapete quella roba lì tipo: “il nostromo mi ha detto di aver udito dire che…” , insomma ha una cosa al fegato…
La paura lo spinge a chiamarmi, dopo una breve conversazione, stabiliamo che lui faccia delle cose.
Dopo una settimana ha un esame con la PET (tomografia a positroni, che dà falsi positivi intorno al 40% N.d.e, ovvero per esperienza di amici medici), ed è preoccupato.
Suggerisco che all’interno della macchina lui pratichi una modalità dubitativa (la trovate sul sito “dodicesima.com).
Risultato?
La dottoressa gli dice che l’esame non è valido! Dice che “ti sei mosso troppo durante l’esame” (???!!), ma lui è certo di non essersi assolutamente mosso. Che significa? mi chiede…
“Sono molto colpito da questo fatto…”
Ah si?
Ragazzi, abbiamo un potere incredibile, ognuno di noi ce l’ha, imparate a usarlo contro tutti i Tavistok Institute del mondo, mandiamoli a zappare la terra…
Non siamo indifesi, solo disattenti. Indifesi, non lo saremo mai.
Di Franco Remondina