Un post di Andrea Cecchi

INFLAZIONE E GUERRA
L’unico metodo che conoscono
ANDREA CECCHI

In una lettera datata 13 novembre 1787 a William Stephens Smith, genero di John Adams, Thomas Jefferson usò la frase “albero della libertà”.

“The tree of liberty must be refreshed from time to time with the blood of patriots and tyrants. It is it’s natural manure”.

La ribellione dei patrioti che con il proprio sacrificio uniscono il loro sangue a quello dei tiranni abbattuti sul campo di battaglia e, periodicamente, fanno trionfare la libertà.

Purtroppo adesso quello che vediamo è un albero della libertà secco da anni e mangiato dalle termiti. Ai suoi piedi sta la fossa comune dei patrioti morti ammazzati; fatti fuori dalla casta dei tiranni, che hanno seguito il consiglio di Thomas Jefferson, mettendosi al sicuro per poter essere tiranni per sempre.

Chi è al potere, vuole restarci. Tutto si basa sul controllo. Per questo il denaro è lo strumento più pratico per ottenere il controllo.

Denaro e paura. Distribuire denaro, con il debito e minacciare di toglierlo. Questo è il trucco micidiale. L’abbiamo visto in azione mille volte, ma in modo particolarmente vigliacco con la minaccia della privazione del posto di lavoro a chi non voleva farsi l’iniezione letale sanitaria.

Adesso abbiamo visto che riescono addirittura a far scoppiare i cellulari in mano!

Qui il link dell’articolo di Maurizio Blondet che approfondisce la questione:

L’unica cosa certa è che dei dispositivi mobili sono stati fatti saltare per aria addosso alle persone che li avevano con sé

Se esiste una tecnologia capace di fare ciò, immaginiamo come sia facile azzerare i soldi depositati sui conti correnti. Non lo possono fare?

Si chiama “sicurezza nazionale”.. Basta trovare una scusa e…CLICK…la videata scompare.

Lo hanno già fatto a Cipro, per esempio, nel 2013: https://www.reuters.com/article/markets/cyprus-central-bank-announces-475-percent-haircut-on-large-bank-of-cyprus-depos-idUSL6N0G0331/

Stiamo parlando di una regia composta da gente molto determinata fatta delle stesse persone che ci hanno chiuso in casa per mesi, lanciato addosso siringhe cariche di veleno coperto da segreto militare, e promesso che non “avremo più niente” con il GRANDE RESET.

L’attuale sistema economico basato sul dollaro americano è giunto alla sua fase terminale. La fine del dollaro sarà un evento biblico. Tutta l’economia e la finanza del mondo, (quindi tutto il cartello delle banche, compreso le nostre, quelle dove teniamo depositati i nostri risparmi) sono direttamente legate alle sorti del dollaro USA.

I banchieri sanno benissimo cosa sta per succedere ed è per questo che si stanno preparando e stanno immagazzinando riserve auree.

Ovviamente, non dicono niente ai correntisti ignari, perché non è previsto che la gente, «carne da macello», sappia queste cose.

Guardando indietro nella storia vediamo che ogni fase di RESET monetario è sempre stata accompagnata da una situazione di guerra.

I soldi per le guerre non esistono. Nessuno Stato ha a disposizione dei fondi per pagare una guerra. Questi soldi devono essere chiesti in prestito alle banche che li creano dal nulla sotto forma di debito.

Il trucco schifoso è che grazie al processo politico, tutti i cittadini attraverso le elezioni, delegano i propri rappresentanti a chiedere questi soldi in prestito per destinarli alla guerra rendendosi quindi automaticamente complici. Quindi questi scaricano la colpa sulla collettività. I veri soldi e il vero potere si ottengono con il controllo dell’emissione monetaria, della finanza, e dell’apparato militare industriale. Poi, a seguire, con il controllo delle industrie strategiche in situazione di monopolio e con la politica e gli studi di avvocati che rendono il tutto legale e “democratico”. Spesso i politici si fanno riprendere accanto alle autorità religiose per ottenere il consenso dei credenti. Le guerre provocano distruzione e la ricostruzione è poi pianificata dagli stessi circoli oligarchici, in funzione dei cicli economici. I media chiudono il cerchio spacciando propaganda e dottrina. Quando la PROPAGANDA si sostituisce alla verità, i fatti non hanno più rilevanza!

Il resto degli uomini lavora e muore per mantenere questo sistema di potere e di controllo inalterato, e grazie al comunismo che lava il cervello, sono tutti molto felici che sia così.

Le banche sono un cartello che fa capo alla Banca dei Regolamenti Internazionali con sede a Basilea. Quindi è come se esistesse un’unica Banca.

Il cartello bancario ha il monopolio sullo strumento monetario, indispensabile per il funzionamento e la sopravvivenza dell’umanità intera. Per questo motivo, il cartello bancario è la più potente organizzazione esistente: NIENTE SOLDI=NIENTE VITA UMANA.

L’unico problema è la natura debitoria del denaro che crea i cicli economici di espansione e di crollo.

Il crollo è inevitabile e necessario affinché un nuovo sistema di denaro possa sostituire il precedente mantenendo il cartello bancario ben saldo nella sua posizione di potere assoluto.

Il passaggio da un sistema monetario ad un altro non è mai indolore. Anzi, è quasi sempre accompagnato da una grande guerra.

Stiamo vivendo adesso la fine del sistema monetario internazionale basato sul dollaro americano.

Data la complessità, la grandezza e il numero di soggetti coinvolti, questo cambio di paradigma economico è l’evento più gigantesco che sia mai stato osservato.

Quando avverrà? CI SIAMO DENTRO!

Di per sé, la banca vende un prodotto che si chiama debito. Più ne vende è maggiore è il suo guadagno e potere. La guerra consente alla banca di vendere debito più che in ogni altra occasione. La pace non offre questi sbocchi commerciali favorevoli. Tutto questo enorme debito + interessi crea inflazione e poi IPERINFLAZIONE e chi ha risparmi espressi in queste valute si ritrova con trilioni di zeri senza valore.

Adesso abbiamo aggiunte di trilioni di dollari USA in tempi brevissimi.

QUANDO ENTRANO IN CAMPO I TRILIONI È FINITA

Consiglio di leggere il libro LA MONETA, DOVE VIENE DOVE VA di J K Galbreith, che percorre tutta la storia della moneta e di come le banche l’abbiano utilizzata per creare i cicli economici. Possiamo vedere che, storicamente, i cicli economici si alternano sempre con la stessa modalità e frequenza:

  1. le banche pompano carta a debito in maniera eccessiva rispetto alle riserve
  2. si crea esuberanza economica che sembra impossibile che possa finire
  3. la carta e il debito + gli interessi passivi diventano insostenibili e c’è solo carta che svolazza dappertutto, e tutto collassa in un attimo

Il ciclo economico a debito:

  1. nasce
  2. si sviluppa
  3. e muore

Siamo adesso nella fase in cui muore. Quando un ciclo monetario muore, bisogna sopravvivere fino al momento in cui ne nasce uno nuovo. Per farlo bisogna uscire in tempo e mettersi in salvo. Liberarsi della carta svolazzante e prendere moneta preziosa sotto forma di riserve auree, proprio come stanno facendo i banchieri stessi.

Ecco qualche estratto del libro del Galbreith, che è stato professore di economia a Harvard per 50 anni e che ha scritto 48 libri:

1837 – L’altra novità, ancora più importante, fu la liberalizzazione del sistema bancario. In seguito alle decisioni prese dalle assemblee dei singoli stati, la banca non era più considerata una società per azioni – cosa che richiedeva allora, e ancora per molti anni un’autorizzazione speciale da parte dello stato ma un’ associazione volontaria di individui; di conseguenza chiunque poteva aprire una banca come una bottega di fabbro o una fabbrica di corde. C’erano però delle norme, soprattutto sulle riserve in contante da conservare per la conversione delle banco- note e dei depositi. In certi stati venivano applicate con grande fermezza, di solito dopo una triste esperienza derivata dalla loro mancata applicazione. Ma spesso l’inosservanza dei regolamenti veniva scoperta solo quando il fallimento della banca aveva reso il problema puramente accademico. In quegli anni, nel Commonwealth del Massachusetts, divenuto ormai conservatore, si scoprì, al momento della messa in liquidazione, che la riserva in contanti di una banca, che aveva in circolazione mezzo milione in biglietti, ammontava a 86 dollari e 48. Un avallo davvero modesto. Particolarmente affascinanti, forse perché qui la storia è stata tramandata meglio che altrove, sono poi gli annali delle banche del Michigan. La legge chiedeva che si conservasse in oro e argento una riserva pari al 30 per cento delle banconote circolanti, insomma una base molto solida. E si mandavano in giro commissari a ispezionare le banche per im- porre il rispetto di questa norma. Ma si mandavano anche in giro, appena prima dei commissari, l’oro e l’argento che fungevano da riserva. Li si spostava in casse da banca a banca e, se necessario, se ne aumentava la quantità mettendo nella cassa una zavorra di piombo, cocci di vetro e chiodini sotto uno strato sottile di monete d’oro. Uno dei commissari incaricati della vigilanza con il consueto gusto della metafora di quell’epoca, lamentava che 《oro e argento svolazzavano per il paese a una velocità magica; se ne udiva il suono nel fondo della foresta, ma, come il vento, non si capiva né da dove venisse né dove stesse andando 》.

A volte, il fondo di una foresta, il centro di una palude o, più plausibilmente, una desolata stazione commerciale in aperta campagna erano considerati luoghi particolarmente adatti a installarvi una banca. Lì infatti la banca avrebbe potuto prestare biglietti e metterli in circolazione sperando che nessuno dei riceventi avrebbe saputo dove mandarli per convertirli in contante.

Sempre sullo stesso libro si trova narrato questo episodio che descrive bene cosa accade quando uno sportello di banca viene preso d’assalto dai correntisti. Questo parla della crisi del 1929:

L’altra forza deflazionistica che ebbe rilevanza in quegli anni fu la serie di fallimenti bancari. Avevano anch’essi un effetto cumulativo. Appena si diffondeva la voce che una banca era nei pasticci, la gente affluiva, come aveva sempre fatto, a reclamare il proprio denaro. E in casi del genere si trovava nei pasticci anche la banca più solida. Inoltre, quando la gente si metteva in fila davanti a una banca, anche le, altre venivano prese dall’ansia. Nel miglior resoconto di prima mano di un’esperienza del genere, Marriner Eccles, futuro presidente del Consiglio dei governatori del Sistema della Riserva Federale, ma allora alla testa di un gruppo di banche dell’Utah di grande prestigio, ha raccontato ciò che accadde in una delle sue banche quando arrivò la notizia che quel giorno un istituto vicino, la banca di stato di Ogden, non avrebbe aperto i battenti. 

Esposi al personale ciò che avrebbe dovuto affrontare nel giro di poche ore. << Se volete tenere aperta questa banca, » dissi « ognuno di voi deve fare la sua parte. Sbrigate il vostro lavoro come se non stesse accadendo niente d’insolito. Sorridete, siate cortesi, parlate del tempo, evitate di rivelare il minimo segno di panico. Il peso principale cadrà su di voi del settore risparmi. Invece dei tre sportelli che usiamo normalmente, li adopereremo oggi tutti e quattro. Bisogna che siano conținuatamente in funzione, perché basta che lo sportello di un cassiere o di un impiegato di questa banca rimanga chiuso per breve tempo, per suscitare un panico ancora maggiore. Faremo portare dei sandwich. Nessuno potrà uscire per la colazione. Oggi non riusciremo a troncare l’afflusso. Possiamo al massimo rallentarlo. La gente verrà qui per chiudere il proprio conto. E voi pagherete. Ma pagherete con molta lentezza. È la solą arma contro il panico di cui disponiamo. Voi conoscete di vista molti dei depositanti e in passato non avevate bisogno di controllare le loro firme, ma oggi, quando si presenteranno con i loro libretti di deposito a chiudere il conto, dovete verificare ogni firma. E metteteci tutto il tempo necessario. Ancora una cosa: quando pagherete, non usate biglietti di grosso taglio. Pagate in banconote da cinque e da dieci e contatele lentamente. Il nostro scopo oggi è pagare il minimo possibile. >> 

Cassieri e impiegati fecero abilmente la loro parte, nonostante la folla che affluì in banca, sin dal momento dell’apertura… 

…La folla era tesa oltre che fitta. Alcuni stavano aspettando da ore di ritirare il proprio denaro. Se avessimo cercato di chiudere alle tre, Dio solo sa che cosa sarebbe successo. Ma, come in tutte le altre cose, la scarsità di alternative ci indusse a scegliere la più audace. Decidemmo per quel giorno di fare un’eccezione e di rimanere aperti fin quando ci fosse stata gente che voleva ritirare i propri soldi. 

Intanto avevamo telefonato alla banca della Riserva federale di Salt Lake City perché mandassero valuta alle nostre banche di Ogden nonché a tutte le altre della First Security Corporation. Il furgone blindato che ci portava i fondi arrivò a Ogden come il Settimo Cavalleria nei film quando muove alla carica per salvare tutti dagli indiani. Le guardie si aprirono un varco nella calca all’interno della banca e tutti si fecero da parte per lasciarle passare..

Vi ricorda qualcosa questo racconto? A me ricorda esattamente quello che è successo in Italia all’annuncio dei primi lockdown: LA MASSA DI GENTE CHE SI MUOVE TUTTA INSIEME E CHE FA LA STESSA COSA NELLO STESSO MOMENTO, OVVERO QUANDO È TROPPO TARDI!

Ricordate la massa di persone che facevano a pugni per la carta igienica? E le migliaia e migliaia di persone che si sono precipitate tutte insieme verso le stazioni ferroviarie per prendere il treno per tornare a casa?

Quando tutta questa gente si accorgerà che è arrivato il momento di togliere i soldi in tempo dalla banca per prendere ORO, non ce ne sarà per tutti. L’oro è rarissimo. Come il treno per tornare a casa. Bisogna montare sopra prima che il capostazione abbia fischiato la partenza.

E il fischietto è già in bocca.

Di Franco Remondina

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