“la Commissione Europea, non solo è stata intransigente in ordine ai limiti del predetto Trattato, ma ha consentito al Consiglio Europeo di inserire nel “diritto europeo derivato”, e, quindi, al di fuori dei Trattati, la regola che i Paesi in difficoltà, come il nostro, dovessero assolutamente “pareggiare i bilanci”, senza fruire neppure della possibilità di indebitamento nel limite sopra accennato del 3 per cento del Pil, al fine di deliberare investimenti necessari alla crescita e all’uscita dalla recessione. Ciò si è realizzato con il Regolamento n. 1466/97, divenuto applicabile il 1 gennaio 1999, data del lancio dell’euro . Esso è rimasto in vigore per tredici anni, sino al 6 dicembre 2011.(Paolo Maddalena)
Per inciso, lo sapete chi ha messo in Costituzione il Pareggio di Bilancio? MONTI, quello della luce in fondo al tunnel:
Tutti i trattati sono stati approvati sotto il Governo Monti dalla maggioranza PD+PDL+UDC.
Il MES e il Fiscal Compact sono stati approvati al Senato il 12/07/2012, alla Camera il 19/07/2012 e sono stati promulgati dal Presidente della Repubblica Napolitano il 23/07/2012. (E poi dicono che il bicameralismo rallenta l’approvazione delle leggi).
Esito votazioni alla Camera dei Deputati in merito al Fiscal Compact:
368 favorevoli (PD+PDL+UDC+Futuro e Libertà) e 65 contrari (Lega)
Però, per correttezza, devo dire che il “Pareggio di bilancio” fu votato dalla quasi totalità il 15-12-2011: https://parlamento16.openpolis.it/votazione/camera/pareggio-di-bilancio-in-costituzione-ddl-n-4205-4205-abb-a-voto-finale/37608
Cosi, TUTTI QUESTI DEPUTATI SONO “TRADITORI” DEL POPOLO.
” Il Regolamento ha così posto un principio nuovo in netto contrasto con quanto stabilisce il più volte citato Trattato di Maastricht. Quest’ultimo ha stabilito che gli Stati membri possono indebitarsi sino al 3 per cento, il Regolamento 1466/97 ha sostituito questo tre per cento con lo zero per cento. Il successivo Trattato di Lisbona ha riproposto il limite del 3 per cento, ma la Commissione ha continuato ad applicare contra legem il principio del pareggio del bilancio. E’ chiaro che questo Regolamento ha bloccato le potenzialità degli Stati in difficoltà a riprendere vigore ed ha provocato una spirale depressiva senza fine. Il successivo Regolamento 1175/2011 lo ha abrogato, constatando la sua illegittimità. Ma immediatamente si è dato spazio a provvedimenti costituenti applicazione anticipata del Fiscal compact. In tal modo la situazione è diventata ancor più confusa. D’altro canto, è da tener presente che il Fiscal compact (Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance, firmato il 2 marzo 2012, ratificato dall’Italia con legge 23 luglio 2012, n. 114, ed entrato in vigore il 1 gennaio 2013), è un “Trattato di diritto internazionale”, più precisamente un “Trattato intergovernativo”, e, di conseguenza, non ha nessuna influenza su quanto stabilito dai Trattati di Maastricht e di Lisbona in ordine all’euro. Per modificare la disciplina riguardante la moneta unica, occorrerebbe seguire la procedura di cui all’art. 48 del Trattato di Lisbona, non qualsiasi altra procedura. Ad aumentare la confusione, si legge nel Fiscal compact che esso è applicabile soltanto se conforme ai Trattati Europei.
Dunque, la conclusione da trarne è che il Fiscal compact non ha una base giuridicamente valida e che pertanto è un atto senza valore. Di conseguenza, il principio del “pareggio di bilancio” non fa parte dell’ordinamento europeo e niente ci imponeva di inserirlo nella nostra Costituzione, come ha fatto il governo Monti. Inoltre, questo inserimento nella Carta costituzionale è contro i principi e i diritti fondamentali che la Costituzione stessa riconosce e garantisce. Si tratta, per esser chiari, di un principio spurio da eliminare al più presto proponendo una questione di legittimità costituzionale davanti alla Corte costituzionale. Ciò nonostante, i nostri Governi continuano a affermare di voler seguire le prescrizioni europee e la situazione economica italiana continua a essere astretta da insostenibili vincoli internazionali e europei. L’esito finale non potrà che essere fatale. Sono in ballo l’appartenenza agli Italiani del territorio italiano e la stessa possibilità di sopravvivenza dell’intero Popolo.(Paolo Maddalena)
Come si vede, un parlamento di farabutti, sta continuamente depredando l’Italia e gli italiani. Non è solo la cessione di sovranità monetaria il problema, è anche la cessione della sovranità sulla politica economica che ci sta impoverendo in tutti i settori.
La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge [2107, 2108 c.c.] .
Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi [2109]
La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato .
La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione
I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria [2110 c.c.] .
Gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato .
L’assistenza privata è libera
Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana [2087 c.c.] (2).
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica (3) e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali (4) (5)..
Favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice (2) e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese (3).